Roma, 13 aprile 2014 – Chi si
aspetta un comunicato finale con tutti i numeri della regata rimarrà deluso.
Quello che si è consumato oggi è l’epilogo di una settimana vissuta…
felicemente. Tanto agonismo e tanto fair play non si erano mai visti. Hanno
iniziato i solitari, facendo quello che non si era mai fatto in regata:
aiutarsi a vicenda e non solo nelle emergenze. Contagiosi!!! Le altre barche,
specie quelle in equipaggio, hanno incominciato a seguirli nelle loro
conversazioni e a partecipare. Alcune hanno “adottato” un solitario: “Vai a
dormire tranquillo, ti guardiamo noi”. Il massimo!!!
Parlare del primo? E perché invece
non iniziare parlando dell’ultimo? Non ci crederete ma questa volta è la stessa
cosa. Per Oscar Campagnola, 71enne dentista romano, è stato creato, a furor di
popolo, un premio apposito, il “Vagabondo nel Tirreno del Sud”, di non vaga
osservanza Moitessieriana.
E’ salito sul podio e ha
ringraziato la splendida trentenne (Bavaria 1060) che si porta a spasso per il
mondo. Fino in Argentina, a Buenos Aires. Forse per ballare il tango. “Io ho
fatto la mia parte ma devo ringraziare la mia barca, Fair Lady, che mi ha
portato fino a qui”.
E la frase sulla targa della Roma
per 1, “Dammi vento e ti darò miglia”, è sembrata ancor più pertinente.
Fuori dal coro Oscar ci ha
raccontato che lui in barca porta sempre la sua borsa da medico, anche con
tutto l’occorrente per l’esercizio di una professione antica che, questa volta,
gli è servito per andare avanti riparando non un uomo, ma la sua barca.
“Proprio quando si è alzato il vento dopo Lipari il pilota automatico ha smesso
di funzionare perché si era staccato il braccio telescopico dallo specchio di
poppa. In piena notte sono dovuto scendere sotto il gavone di poppa e sono
riuscito a ripararlo con un filo che uso per fare i ganci alle dentiere”.
Per lui, incredibilmente e
meritatamente, c’è stato l’applauso più grande. Ancor di più quando si sono
abbracciati, al centro della scena, con l’altro grande “vecchio” di questa Roma
per 1, Valerio Brinati.
Carlo Potestà ha fatto incetta di
premi. La sua è stata una prestazione maiuscola al limite dell’incredibile.
“Speriamo che mia moglie mi mandi, il prossimo anno”, ha detto ricevendo la
Coppa Challenge intitolata all’indimenticato Paolo Venanzangeli. Tornerà, ne
siamo sicuri. A ideare e consegnare il premio Luigi Aldini e Giulio Guazzini. Assente
il terzo ideatore, Cino Ricci, che ha inviato un saluto e un augurio “che
questa sia solo la prima di tante regate in solitario”.
Sul podio c’erano tutti, così come
c’erano tutti alla grande festa campagnola della notte appena trascorsa a casa
di Matteo Miceli. Un happening concluso con un grande bagno dei solitari, nel
freddo della notte, in una pozza termale ad oltre 40 gradi.
Un clima così e una corsa così non
possono perdersi e non si perderanno. Il prossimo appuntamento con la vela in
solitario a riva di Traiano sarà molto, molto ravvicinato. E sarà un
sorpres”One”.
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