lunedì 3 ottobre 2011

Marco Nannini tira le somme della prima settimana di regata alla Global Ocean Race


Siamo partiti da Palma esattamente una settimana fa sulla barca ribattezzata "Financial Crisis" alla vigilia della partenza della Global Ocean Race in assenza di un title sponsor. Sin dalla partenza, il senso del tempo a bordo e' alquanto distorto, la quotidianita' dettata dall'alternarsi del giorno e della notte ma soprattutto dalle condizioni meteo, che determinano i cambi vela, se occorre timonare a mano, o quali attenzioni richieda la navigazione. I primi due giorni sono stati di navigazione in mediterraneo fino allo stretto di Gibilterra, abbiamo avuto molta fortuna e con venti forti e portanti siamo usciti molto in fretta, indimenticabili planate sotto spinnaker e le prime dosi di adrenalina di questa avventura. Passaggio emozionante dello stretto in piena notte con olre 30 nodi di vento, tanto traffico e buio pesto.

Superata Gibilterra ci siamo tutti diretti verso sud con distacchi ancora minimi, dal ventone dello stretto alle ariette verso la costa africana, ecco le prime "bolle" da evitare, rimaniamo quasi bloccati ad un certo punto ma buttiamo ad ovest e ci salviamo, la barca dei sudafricani che era avanti a noi di 2 miglia rimane piantanata e ci regala oltre 150 miglia di vantaggio.

La flotta si e' poi diretta verso le Canarie che abbiamo lasciato a dritta, le prime due barche sono passate fra il Marocco e Lanzarote senza mai perdere vento, questo li lancia saldameno al comando nei giorni successivi con un distacco importante sul resto della flotta. A seguire noi e il team Ramon/Colman su Cessna Citation, viaggiamo bene paralleli fino alle canarie, il vento cala prima dal nostro lato facendoci perdere preziose ore, ora lanciati all'inseguimento abbiamo da recuperare 60 miglia che sembran tante ma su una prima tappa di 6800 miglia e tutte le incertezze delle calme equatoriali le opzioni ed opportunita' sono ancora tte aperte.

Sto vivendo quest'avventura serenamente, io e Paul andiamo molto d'accordo e ci facciamo anche due risate quando ce n'e' l'opportunita', mangiamo e dormiamo a sufficienza, il viaggio e' lungo e non bisogna strafare, sempre prudenti per non rompere noi stessi ne' i materiali visto che, come gia' dichiarato in partnenza, senza title sponsor non possiamo permetterci di rompere nulla, inevitabilmente siamo stati un po' piu' conservativi nelle nostre scelte in regata, ma spesso questo e' un bene, piccoli vantaggi guadagnati con grandi rischi raramente pagano nelle lunghe mentre bisogna tenere le medie alte e non fermsarsi in bonaccia.

Dopo una settimana possiamo pero' dire di non aver ancora rotto nulla, leggiamo di spinnaker esplosi e tack line tranciate, noi perfortuna tutto ok, merito della nostra prudenza e del lavoro fatto di preparazione con Roberto Westermann e la sua Di-Tech, quest'anno abbiamo delle vele che sono una vera bomba, stamattina eravamo in 3-4 nodi di vento con la barca sui binari a 4 nodi e mezzo, merito del nuovo "Ciccio's Code", vela da bonaccetta aggiuntasi al calavele.

Non ho neanche fatto il conto di quante miglia mancano a Cape Town, mi sembra per fino irrilevante , cercheremo di arrivarci il prima possibile comunuqe. In ultimo, un ringraziamento a tutti coloro che durante questi giorni di navigazione hanno effettuato donazioni tramite Paypal al nostro fondo regata, se volete potete visitare www.marconannini.com/it/aiutaci  per ulteriori dettagli.

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