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venerdì 8 maggio 2015

Team SCA in the Volvo Ocean Race - Giorno 18: Conto alla rovescia finale


Sono cresciuta tra Newport, RI, e la parte settentrionale dello Sato di New York: le due località distano circa 8 ore di macchina, ed io percorrevo quel tragitto almeno una volta ogni sei settimane.Il viaggio in macchina era piuttosto semplice e, a distanza di decenni, potrei probabilmente ancora farlo ad occhi chiusi: passi sopra i ponti per poi arrivare sulla terraferma, giri sulla rampa d’uscita che è estremamente curva, prendi verso nord ed ascolti almeno una volta l’intera cassetta di “Rafi’s children songs”, pranzi al sacco, arrivi ad Albany e paghi il pedaggio, ti fai un sonnellino lungo la “strada del pisolino”, ti svegli in campagna e guardi le mucche (incrocia le dita di non avere davanti il camion dei maiali!), ridi come un matto sulla “strada delle montagne russe”, giri a destra su Thomas Rd, all’altezza del gelataio, e dopo dieci minuti sei a casa.
 
Sì, erano otto ore di viaggio, una vera eternità per qualunque bambino di sei anni, tuttavia avevamo una regola: non si poteva chiedere “quanto manca?”. Se volevo sapere la distanza che mancava all’arrivo dovevo porre le giuste domande e, dalle risposte, intuire il tempo mancante. Forse è proprio per questo che ho memorizzato il tragitto così bene; “strada del pisolino” significava tre ore all’arrivo, “strada delle montagne russe” voleva dire che mancava un’ora e mezza, mentre il gelato faceva parte dello sprint finale.Non posso fare a meno di ripensare a quei giorni in macchina mentre navighiamo verso Nord, in direzione di Newport, desiderando tremendamente chiedere “quanto manca?”, e tuttavia non osando porre la fastidiosa domanda (ancora una volta). 

Perciò ho cercato di indovinare la distanza che ci separa dall’arrivo basandomi sul meteo, piuttosto che disturbare Libby, seduta alla postazione del navigatore.Due notti fa abbiamo avuto un tramonto con un color magenta più intenso di quello della nostra barca; senza bisogno di controllare la latitudine era chiaro che si trattava di un tipico tramonto del sud: rossi scuri ed intensi, magenta ed arancioni contro nuvole grigio scure. Ci trovavamo al largo delle coste del Nord Carolina. Ieri siamo entrate nella corrente del Golfo; ciò potrebbe farci piazzare ovunque sulla carta nautica, in quanto d’estate la corrente è abbastanza vicina a Newport e pertanto quell’area era un po’ grigia. 

Tuttavia, quando siamo uscite dalla corrente e siamo entrate nelle acque gelide del Nord Atlantico, tutto è diventato più chiaro.L’aria era umida e l’acqua del mare era fredda; un mix di nebbia e foschia era fisso all’orizzonte, mentre nel cielo azzurro chiaro c’erano nuvole argentee. C’era un profumo dolce: un profumo di miele, erba appena tagliata, sale, olio e arance. Sull’AIS spuntavano pazze barche da pesca, con a bordo uomini così invasati per la pesca invernale da farsi film con sé stessi come protagonisti. C’era profumo di Nord Est. Profumo di casa. Stavamo andando a casa.

C’è la sensazione che questa tappa sia un po’ il ritorno a casa per tutte noi, in quanto oggi stiamo completando un nostro “giro personale”, iniziato esattamente un anno fa. Team SCA colorerà di magenta la sosta a Newport, RI, e siamo tutte euforiche di vedere la città in uno stato (di festeggiamenti) di cui per ora abbiamo solo sentito parlare. Per quanto riguarda me, dubito di avere mai visto la mia città natale così elettrizzata per un evento, tanto meno per un evento velico.Detto ciò, le miglia da percorrere scendono lentamente, mentre continuiamo a far andare avanti la barca in 4 nodi di vento. 

Sono le 80 miglia più lunghe di tutta la regata. La domanda “quanto manca?” è lì pronta, sulla punta delle nostre lingue. Siamo così vicine, ma anche ancora così lontane mentre avanziamo lentissimamente.Ma, controllando la carta nautica, mentre ci accingiamo a navigare oltre Montauk, NY, mi rendo conto che abbiamo ancora un po’ di ore davanti a noi, prima di terminare questa tappa. 

È come se fossimo sulla mia “strada del pisolino” e tutti si accoccolano nelle loro cuccette per stare al caldo; il che significa che dobbiamo ancora attraversare la campagna, guardare le mucche, e divertirci sulla “strada delle montagne russe”. Un pomeriggio piuttosto impegnativo, ma l’eccitazione per l’attesa di incontrare la prima barca di tifosi in festa non ci fa stare nella pelle.Ci vediamo presto a Newport!
(www.teamsca.com)

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