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martedì 9 dicembre 2014

Team SCA alla Volvo Ocean Race - Giorno 19: Salti di vento


Il vento irregolare è semplicemente così: vento che salta. Durante tutto il giorno, chi è al timone continua a dire: "è davvero irregolare". Annie ha spiegato che mentre navighi stringendo il vento a 60 gradi e con le vele ben regolate accade che il vento salti e ti trovi a navigare fuori rotta e con le vele non ben settate – ciò fa sì che rallenti.E' un pò come se stessi guidando su di una strada e improvvisamente spuntassero dei coni costringendoti a deviare leggermente. Ciò fa sì che mentre normalmente ci vorrebbe un'ora per andare da A a B, come risultato delle deviazioni ci vuole un po' più di tempo.
 
"Sono scioccata dall'irregolarità del vento in questa zona. Non riesco ancora ad abituarmici," ha raccontato Annie. "Normalmente troveresti questo tipo di condizioni navigando più sottocosta, ove si intrecciano e si sovrappongono la termica di terra e quella proveniente dal mare."Queste strane condizioni sono il risultato del mescolarsi dell'aria e dell'acqua calda con l'aria più fredda in quota. Per questo stiamo incontrando così tanti acquazzoni con vento forte seguiti da condizioni "simil Doldrums" di piatta totale.Le condizioni meteo qui sono davvero surreali – decisamente non siamo nè nell'Oceano Atlantico né nell'Oceano del Sud. Come nella prima tappa, la maggior parte di questa dovrebbe essere prevedibile per quanto riguarda il comportamento degli Alisei. 

Tuttavia, la "tempesta tropicale" della scorsa settimana ha scombinato i modelli tipici dei venti. Quegli Alisei che desideravamo con tutte noi stesse raggiungere e sfruttare, sono stati semplicemente inesistenti. Anche il mare è incredibilmente liscio considerato che siamo in mare aperto. Qualche volta mi convinco che stiamo navigando nella boccia di un pesce rosso.E' superfluo dire che c'è un filo (o meglio un alone) di frustrazione a bordo, e queste condizioni di vento non sono d'aiuto. Come la ragazzina che vuole disperatamente i sui due denti davanti per Natale, tutto quello che desideriamo è trovare condizioni in cui possiamo dare il massimo. 

Vogliamo condizioni che ci permettano di scatenare la potenza della nostra barca e del nostro equipaggio.In estrema sintesi questo vento irregolare è come sale nella ferita della nostra posizione in regata. Certo non ci aiuta vedere che, lentamente, scivoliamo sempre più indietro rispetto ai primi in classifica. Desideriamo a tutti costi avere un vero "testa a testa" con il resto della flotta, piuttosto che semplicemente rincorrerli."Pensavo che se fossimo riuscite a rimanere entro le 300 miglia di distanza dai primi, mi sarei sentita ok," ha affermato Dee. "Ma adesso quel numero sta aumentando e tutto diventa sempre più difficile.""Come nella prima tappa il vento sembra non voler collaborare. E' come se fosse distratto – si fa vedere per un pò, facendo quello che ci si aspetta da lui, e poi decide di prendersi una pausa per una tazza di caffè o un croissant. 

A causa di queste condizioni bizzarre, non possiamo fare a meno di sentirci sfiduciate. Che cosa mai abbiamo fatto di male al vento per far sì che lui sia disponibile con gli avversari ma non con noi?!Detto questo,teniamo la testa bassa, ma non come uno struzzo che la nasconde nella sabbia, piuttosto come un'aquila impegnata a costruirsi il nido sulla cima di una montagna. Restiamo concentrate e cerchiamo di tirare fuori il meglio da ogni salto ed alito di vento. Dopotutto, noi siamo Team SCA – una squadra di donne forti che lavorano sodo e combattono con tenacia. 
(www.teamsca.com)
 
Il vento irregolare è semplicemente così: vento che salta. Durante tutto il giorno, chi è al timone continua a dire: "è davvero irregolare". Annie ha spiegato che mentre navighi stringendo il vento a 60 gradi e con le vele ben regolate accade che il vento salti e ti trovi a navigare fuori rotta e con le vele non ben settate – ciò fa sì che rallenti.
E' un pò come se stessi guidando su di una strada e improvvisamente spuntassero dei coni costringendoti a deviare leggermente. Ciò fa sì che mentre normalmente ci vorrebbe un'ora per andare da A a B, come risultato delle deviazioni ci vuole un po' più di tempo.
"Sono scioccata dall'irregolarità del vento in questa zona. Non riesco ancora ad abituarmici," ha raccontato Annie. "Normalmente troveresti questo tipo di condizioni navigando più sottocosta, ove si intrecciano e si sovrappongono la termica di terra e quella proveniente dal mare."
Queste strane condizioni sono il risultato del mescolarsi dell'aria e dell'acqua calda con l'aria più fredda in quota. Per questo stiamo incontrando così tanti acquazzoni con vento forte seguiti da condizioni "simil Doldrums" di piatta totale.
Le condizioni meteo qui sono davvero surreali – decisamente non siamo nè nell'Oceano Atlantico né nell'Oceano del Sud. Come nella prima tappa, la maggior parte di questa dovrebbe essere prevedibile per quanto riguarda il comportamento degli Alisei. Tuttavia, la "tempesta tropicale" della scorsa settimana ha scombinato i modelli tipici dei venti. Quegli Alisei che desideravamo con tutte noi stesse raggiungere e sfruttare, sono stati semplicemente inesistenti. Anche il mare è incredibilmente liscio considerato che siamo in mare aperto. Qualche volta mi convinco che stiamo navigando nella boccia di un pesce rosso.
E' superfluo dire che c'è un filo (o meglio un alone) di frustrazione a bordo, e queste condizioni di vento non sono d'aiuto. Come la ragazzina che vuole disperatamente i sui due denti davanti per Natale, tutto quello che desideriamo è trovare condizioni in cui possiamo dare il massimo. Vogliamo condizioni che ci permettano di scatenare la potenza della nostra barca e del nostro equipaggio.
In estrema sintesi questo vento irregolare è come sale nella ferita della nostra posizione in regata. Certo non ci aiuta vedere che, lentamente, scivoliamo sempre più indietro rispetto ai primi in classifica. Desideriamo a tutti costi avere un vero "testa a testa" con il resto della flotta, piuttosto che semplicemente rincorrerli.
"Pensavo che se fossimo riuscite a rimanere entro le 300 miglia di distanza dai primi, mi sarei sentita ok," ha affermato Dee. "Ma adesso quel numero sta aumentando e tutto diventa sempre più difficile."
"Come nella prima tappa il vento sembra non voler collaborare. E' come se fosse distratto – si fa vedere per un pò, facendo quello che ci si aspetta da lui, e poi decide di prendersi una pausa per una tazza di caffè o un croissant. A causa di queste condizioni bizzarre, non possiamo fare a meno di sentirci sfiduciate. Che cosa mai abbiamo fatto di male al vento per far sì che lui sia disponibile con gli avversari ma non con noi?!
Detto questo,teniamo la testa bassa, ma non come uno struzzo che la nasconde nella sabbia, piuttosto come un'aquila impegnata a costruirsi il nido sulla cima di una montagna. Restiamo concentrate e cerchiamo di tirare fuori il meglio da ogni salto ed alito di vento. Dopotutto, noi siamo Team SCA – una squadra di donne forti che lavorano sodo e combattono con tenacia.
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