L’Europa mi ha accolta ieri con un
freddo pungente: mi ero già abituata a cappello di paglia e piedi nudi,
ma il Dicembre parigino mi ha riportata velocemente alla realtà. È finita quest’ avventura in Guadalupa, due settimane molto intense,
lunghe e brevissime allo stesso tempo, dense di incontri, nuovi visi,
bellissime storie, emozioni autentiche. Già dal mattino di venerdì il Villaggio
Mini è stato smantellato e l’organizzazione (tranne tre ragazze) è
partita. In mare ci sono ancora tre solitari, speriamo ricevano anche
loro un “accueil” degno di tutti i loro lunghi giorni di mare.
Anche se
sotto il sole e la brezza dolce, aleggiava in banchina un acuto
sentimento di tristezza, consapevolezza che tutto era finito. “Dobbiamo
tenerci in contatto!” “Certo, prossima regata la facciamo in doppio….ci
pensi che bello?!”. E i saluti sono anch’essi composti, densi, poche
parole e lunghi abbracci stretti.
Ormai anche i solitari stanno andando a casa e sul pontile della Marina
di Point-à-Pitre i Mini, che hanno quasi tutte disalberato nei giorni
scorsi, vengono portati verso il cargo, che dovrebbe partire fra qualche
giorno per l’Europa.
Giovedì sera sono arrivati gli ultimi
tre italiani ancora in gara. Federico Cuciuc (Your Sail) ha tagliato la
linea d’arrivo verso le 830, giusto in tempo per l’inizio della festa
finale della Mini Transat! Quando i flash hanno abbagliato il viso di
Federico nel buio, il suo sguardo era felice e stupito. La sua non è
stata un’esplosione di gioia, ma una silenziosa, felice e sorridente
consapevolezza di essere arrivato, di aver finito la Mini Transat. Pochi
giorni prima della fine della regata, Federico aveva avuto un incidente
con il jet boil e si è procurato ustioni a mani e braccia, che ha
curato con la farmacia di bordo. Ora stanno guarendo, diventeranno
cicatrici da raccontare ai nipoti.
Verso le 3 di notte è arrivato anche
l’Imaginaire, barca accompagnatrice che aveva recuperato a 300 miglia
dall’arrivo Fede Fornaro e Andrea Iacopini, costretti entrambi ad
abbandonare la loro barca a un soffio dall’arrivo, il primo a causa dei
timoni, il secondo per una falla a bordo. Le mail di Fede e Andrea da
bordo dell’Imaginaire avevano già fatto intuire la profonda delusione,
tristezza e sofferenza di aver dovuto lasciare in mare le “loro amate”. I
loro occhi, una volta messo piede a terra, hanno confermato tutto. Un
rhum, un sigaro, qualche telefonata e finalmente un letto che non si
muove. Il giorno dopo, l’obiettivo di Fede è attivarsi per trovare Jolie
Rouge, che ha abbandonato con la balise accesa. È molto determinato a
trovarlo, non si arrenderà. “La sua Mini non finirà finché non avrà
recuperato la sua barca…”.
Il primo pasto “vero” dopo tanti giorni,
Federico, Andrea e Federico lo fanno venerdì a pranzo: sotto una tettoia
ombreggiata i tre, insieme a Michele e Alberto, ricominciano a
raccontarsi mille cose. E c’è di tutto: le difficoltà a captare il
meteo, la rabbia testarda contro gli dèi in alcuni momenti, la
consapevolezza che gli urli in mare non fanno eco, le stelle cadenti, la
stanchezza, la bellezza di alcuni cieli. Si riaccende una luce negli
occhi ogni volta, ripercorrere una volta di più quei ricordi, li fa
rivivere, li ravviva. È il momento di rientrare, è finita. Le prossime avventure saranno un’altra bella storia da raccontare.
(da www.classemini.it di Francesca Pradelli)
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