Sappiamo ormai come è andata l’edizione
2013 della MiniTransat ma, è certo che lo skipper che vi ha impresso il
marchio più indelebile sia stato Giancarlo Pedote. Immagino che in tanti si potrebbero chiedere da che parte arrivi un
simile velista, quando e con che prospettive si sia avvicinato al mondo
dei mini. Beh… un pochino vi posso essere utile dato che ho avuto la
fortuna di assistere da vicino, a vario titolo, ai suoi primi approcci
ed alla sua evoluzione sui Mini. Luglio 2007, sono in montagna con la famiglia e squilla il telefono: “buongiorno, mi chiamo Giancarlo Pedote…”.
Il mio ruolo di veterano della Classe fa si che a volte i neofiti mi
interroghino sui Mini, sulle modalità di qualifica, sui modelli di Serie
esistenti, sui calendari e via sognando. Non sono tutte rose e fiori.
Non di rado verifico che tra il dire ed il fare c’è di mezzo il mare e
qualche volta mi imbatto in millantatori inconcludenti o in sognatori
con la testa tra le nuvole. Mi colpisce la loquela sciolta ed
inesauribile del toscano. E’ un fiume in piena e tra le sue parole
trasudano ambizione e determinazione. Gli rispondo come posso e lo
invito a venire alla partenza a La Rochelle per schiarirsi ulteriormente
e definitivamente le idee.
Settembre.
Giancarlo, gentilissimo, mi invita a fare il viaggio con lui. Purtroppo mi sono organizzato diversamente e devo declinare ma ci diamo appuntamento lassù. Alla vigilia è come un bimbo nei paesi dei balocchi. Frenetico, curioso, intenibile…
Lo conosco meglio e verifico che ha un curriculum velico di tutto rispetto, parlandomi del quale non aveva poi neppure troppo calcato la mano. Apprezzo il segnale.
Giancarlo, gentilissimo, mi invita a fare il viaggio con lui. Purtroppo mi sono organizzato diversamente e devo declinare ma ci diamo appuntamento lassù. Alla vigilia è come un bimbo nei paesi dei balocchi. Frenetico, curioso, intenibile…
Lo conosco meglio e verifico che ha un curriculum velico di tutto rispetto, parlandomi del quale non aveva poi neppure troppo calcato la mano. Apprezzo il segnale.
Novembre.
Sempre gentilissimo mi avverte che sta battendo i porti dell’Atlantico per cercare un P2 all’altezza delle sue ambizioni. Però… capisco che sotto tutto quell’entusiasmo c’è del bel sugo.
Sempre gentilissimo mi avverte che sta battendo i porti dell’Atlantico per cercare un P2 all’altezza delle sue ambizioni. Però… capisco che sotto tutto quell’entusiasmo c’è del bel sugo.
Dicembre.
Mi comunica di avere acquistato il P2 di Gerard Marin, il vincitore della Azzorre 2006 ed uno dei movimentatori dell’edizione appena conclusa. Il cerchio si è felicemente chiuso: in neppure cinque mesi si è messo in pista un nuovo armatore che non potrà che fare del bene al movimento italiano ,”almeno con la sua presenza” penso io. Ed invece… altro che presenza!
Mi comunica di avere acquistato il P2 di Gerard Marin, il vincitore della Azzorre 2006 ed uno dei movimentatori dell’edizione appena conclusa. Il cerchio si è felicemente chiuso: in neppure cinque mesi si è messo in pista un nuovo armatore che non potrà che fare del bene al movimento italiano ,”almeno con la sua presenza” penso io. Ed invece… altro che presenza!
Nel 2008 Giancarlo dimostra ,oltre che
di potere fare conto su una discreta “massa critica” a livello
economico, cosa che non guasta mai, di essere uno skipper forte, tenace e
tecnicamente molto preparato. Vince in un sorso il GPI, la SMS e la
MiniEmpuries, sempre con delle fantastiche rimonte finali che la dicono
lunga sulle sue doti di tenuta fisica e morale, e inanella le 1000
miglia di qualifica. Dell’unica battuta di arresto, dalla quale ha però
imparato molto, sono stato, per mia sfortuna, testimone diretto.
Alla Azzorre terribile del 2008 mi sono
ritirato dopo 200 miglia per noie allo scafo. Il giorno dopo arriva in
banchina anche Giancarlo, stoppato da problemi alle crocette. Siamo
senza telefonino ed allora lo accompagno in capitaneria, per comunicare a
casa. Non so con chi stia parlando, ho ben altro per la testa che
origliare un’amico, ma, lo sento promettere “mai più, mai più con queste
regate d’altura…”
Ovviamente saranno promesse da marinaio e l’inverno lo vede fare baracca e burattini per trasferirsi lunghi mesi in Spagna, per allenarsi con Alex Pella ed i migliori iberici, alle soglie del Golfo del Leone.
Ovviamente saranno promesse da marinaio e l’inverno lo vede fare baracca e burattini per trasferirsi lunghi mesi in Spagna, per allenarsi con Alex Pella ed i migliori iberici, alle soglie del Golfo del Leone.
Con lungimiranza trascorre il 2009 in
Atlantico e segue la trafila dei migliori atleti francesi. Select,
Minipavois, MAP, Transgascogne scorrono sotto la sua scia ed anche li
Giancarlo dimostra di potere maturare solide ambizioni. Non vince mai ma
è sempre intorno alla quinta-decima posizione, come dire che gli ci
vuole uno”zic” per mirare al podio…
La Transat 650 di settembre è il punto di arrivo della sua prima parte della carriera: arriva quarto tra i Serie ed il suo racconto del duello finale con Xavier Macaire ho già scritto sia stato una delle pagina più avvincenti che abbia mai letto.
La Transat 650 di settembre è il punto di arrivo della sua prima parte della carriera: arriva quarto tra i Serie ed il suo racconto del duello finale con Xavier Macaire ho già scritto sia stato una delle pagina più avvincenti che abbia mai letto.
Per molti quella bella posizione avrebbe
potuto rappresentare il punto di arrivo di una carriera ma di sicuro
non lo poteva essere per Giancarlo. Famelico di nuove esperienze per
migliorare di continuo,sceglie la classe più difficile, intrattabile e
tignosa che un solitario possa abbordare: il Figarò. Riparte da zero,con
umltà e la solita determinazione, si spacca la schiena negli
allenamenti di Lorient e assorbe dati come una spugna. Lì, per un
debuttante, è difficilissimo, se non impossibile emergere. Puoi vincere
la Vendée ma fare fatica ad entrare nei 10 nella Solitaire.
Il toscano non sfigura: gira sulla
ventesima posizione, che è poi quella a cui si sono abituati altri
illustrissimi debuttanti come Ruyant, Hardy,la Joschke, Sineau e lo
stesso Belloir, quello che sta vincendo nei serie sul Nacira.
Il rigore, la sistematicità nella preparazione fisica e tecnica, la continua lotta bordo a bordo tipici di quella classe affinano ulteriormente le qualità di Pedote e quando alla fine del 2011 apprendiamo con gioia vivissima che sarebbe tornato nel mondo dei 650 con lo Scow di Raison, abbiamo subito intuito che nei due anni successivi ci saremmo divertiti.
Forse non osavamo sperare fino a questo punto. Grazie Giancarlo, per averci fatto sognare.
Il rigore, la sistematicità nella preparazione fisica e tecnica, la continua lotta bordo a bordo tipici di quella classe affinano ulteriormente le qualità di Pedote e quando alla fine del 2011 apprendiamo con gioia vivissima che sarebbe tornato nel mondo dei 650 con lo Scow di Raison, abbiamo subito intuito che nei due anni successivi ci saremmo divertiti.
Forse non osavamo sperare fino a questo punto. Grazie Giancarlo, per averci fatto sognare.
(da www.classemini.it di Stefano Paltrinieri)
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