Marina
di Ravenna, 1 luglio 2018 - La prima edizione della manifestazione
Profumo di Legno organizzata dal Circolo Velico Ravennate si è conclusa
con successo. Nata con l’umiltà di essere una prima volta, poco
competitiva, ha trovato contenuti sia in mare che a terra. Protagoniste
le barche che hanno scritto la storia delle regate nelle acque di Marina
di Ravenna e in Adriatico.
A cominciare da Strale, barca ritenuta
“impossibile” dagli avversari che ha invece vinto di tutto, sia dopo il
varo sia dopo i successivi restauri. Per proseguire con il Moretto, una
barca che il progettista German Frers aveva disegnato per Raul Gardini
subito dopo il primo Moro di Venezia, per partecipare alle regate
locali: lunga poco più di nove metri è stata una palestra per i ragazzi
del Moro, i giovani ravennati che Gardini voleva nei suoi equipaggi
all’inizio della sua carriera velica.
Ora dell’armatore Gabriele Berti,
che conserva a bordo numerosi segni del grande passato, ha vinto la
veleggiata nella classifica dedicata alle barche della sua dimensione. E
poi il grande Cochabamba, un progetto dello studio Sciomachen dei tempi
del glorioso regolamento IOR costruita dal noto cantiere adriatico
Fioravanti ora dell’armatore Alfredo Montanari.
Tra
i protagonisti i piccoli Passatore, compreso il numero uno, che in
Adriatico sono stati un ottimo esempio di costruzione in serie di barche
di legno, come sul lago di Iseo succedeva per i motoscafi Riva e nel
Golfo di Gaeta con i motoscafi Sarima Italcraft. Tra i Passatore ha
vinto Tobia di Stefano Palazzi, uno dei meglio restaurati e conservati
che ha preceduto il Passatore numero uno, che ha una carena a spigolo ma
con le stesse geometrie.
Ammiratissimo
Rijoro della famiglia Ferruzzi condotto da Carlo Mazzini, un Rianno
Senior del 1947, stessa barca posseduta da John Kennedy, su cui il
presidente americano aveva iniziato a navigare, che gradiva molto usare e
su cui è stato spesso fotografato assieme alla famiglia. Per dimensioni
non è una barca presidenziale, eppure è la testimonianza di come il
lusso talvolta segua percorsi che non sono esattamente il costo ma come
possano essere un modo di vivere il mare e sul mare.
Durante
la serata due appuntamenti importanti hanno raccolto un pubblico
numeroso e interessato. Uno era dedicato a ricordare Raul Gardini
velista a 25 anni dalla sua scomparsa e riuniva i rappresentanti dei
suoi equipaggi. Alberto Perdisa e Tilli Antonelli erano a bordo del
primo Moro di Venezia, di nove che sono stati varati alla fine degli
anni 70, compresa la partecipazione alla terribile edizione della
Fastnet Race del 1979, costata la vita a molte persone per una violenta
tempesta che il Moro, che era una delle barche più grandi e veloci,
riuscì in parte a evitare perché nel momento peggiore aveva già girato
lo scoglio irlandese.
Il tattico durante le regate di San Diego del 1992
Tommaso Chieffi e il prodiere Andrea Merani hanno parlato di Raul
Gardini durante quella meravigliosa prima vittoria italiana nella Louis
Vuitton Cup. “E’ stata una vittoria di Raul – ha detto Tommaso Chieffi –
come avevano sottolineato alcuni cronisti del tempo, per come è
riuscito a mettere in crisi i neozelandesi per le loro irregolarità
nell’uso del bompresso”. Presente anche l’amico inseparabile Vanni
Balestrazzi, che ha raccontato numerosi episodi della vita in barca con
Raul Gardini inediti.
Il
presidente dell’autorità portuale di Ravenna Daniele Rossi ha salutato
il pubblico con parole importanti: “Vogliamo prenderci cura del Moro di
Venezia ora esposto in Darsena, in qualche mese restaurarlo e renderlo
fruibile al pubblico in una maniera più completa, in un luogo più
visibile. E vogliamo che sia trovato un destino per la darsena di fronte
ai circoli per un impiego sportivo e culturale”.
Altro
appuntamento la presentazione del libro che raccoglie la storia dello
Strale, una barca speciale per risultati e aspetto: è diversa da tutte
le altre con la sua linea del cavallino rovescia voluta dal progettista
Giuseppe Belardi e la costruzione avvenuta non in un cantiere noto ma
presso la Falegnameria Montanari . Sul palco a raccontare la storia Enzo
Bruni e Antonio Bandini, autore della raccolta di documenti e dei testi
del libro.
L’appuntamento
è per una seconda edizione della manifestazione dedicata alle barche di
legno, di tutte le epoche, il prossimo anno.
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