Hyeres, 3 maggio 2017 - Elena Berta e Sveva Carraro, atlete
rispettivamente del C.C. Aniene e dell'Aeronautica Militare, sono reduci
da un quinto posto overall nella World Cup Series di Hyeres, ottenuto
anche grazie all'affermazione nella Medal Race. In regata con i profili North Sails, le due atlete della squadra azzurra hanno chiacchierato con noi in merito alla loro esperienza in 470 e all'imminente Campionato Europeo di Montecarlo.
Elena, Sveva, da quanto tempo avete iniziato l'esperienza in 470 insieme?
E: È ormai un anno e mezzo che regatiamo insieme: abbiamo iniziato ad agosto 2015.
Le vostre esperienze, in termini di Classi Olimpiche, sono simili?
S:
Ci sono dei punti in comune, ma il percorso formativo è stato in realtà
molto diverso: Elena ha fatto esperienza in Optimist, 420 e 470, mentre
io provengo dal mondo del Moth Europa, che ho iniziato a circa tredici
anni perché anche da piccolina ero già abbastanza prestante a livello
fisico. Poi ho fatto la scelta di passare al 470.
L'inizio
di stagione è stato per voi ottimo e a Hyeres è arrivata un'altra bella
soddisfazione: in cosa è consistita la vostra preparazione invernale
che vi ha poi portato a vincere l'Italiano e a ottenere il quinto posto
sia a Palma de Maiorca che in Francia?
E:
Durante l'inverno abbiamo scelto di fare una preparazione centrata
sulla crescita del nostro binomio, quindi dopo alcuni allenamenti con il
gruppo della Nazionale ci siamo concentrate più su noi stesse, anche
grazie al supporto del nostro allenatore Paolo Mariotti, lavorando sui
nostri punti deboli e sulla nostra sincronia. I risultati si sono visti:
è tangibile il fatto che siamo riuscite a colmare alcune lacune che con
la preparazione fatta insieme a altri equipaggi non riuscivamo a
risolvere. C'è poi stato tanto lavoro anche sulla preparazione fisica,
che sta portando ottimi frutti: in questo caso, la scelta della
preparatrice è stata affidata in toto a Sveva e oggi siamo seguite dalla
bravissima Francesca Keper. I nostri circoli ci forniscono un supporto
essenziale nella preparazione, così come gli sponsor tecnici che seguono
la nostra attività.
Quali sono i vostri punti di forza e su cosa, invece, c'è margine di miglioramento?
S:
Anche a fronte di come sono andati i primi eventi di stagione, mi sento
di dire che abbiamo una buona velocità in bolina e spesso le scelte
tattiche si rivelano vincenti. Stiamo migliorando sulle partenze, che
per noi sono sempre state un punto critico, e dovremo continuare a
lavorare sulle andature portanti dove i margini di miglioramento sono
notevoli.
La
vostra attività è seguita anche da North Sails, tra l'altro fornitrice
delle vostre vele: com'è lavorare a così stretto contatto con una
veleria?
E:
Quella di continuare a lavorare con North Sails è stata una scelta
facile, anche dettata dal fatto che, in un momento di crescita
dell'equipaggio delicato come questo, anche i più piccoli dettagli fanno
la differenza. La cura della barca, lo studio sulle vele, la scelta dei
materiali non possono essere lasciati da parte. Con North Sails siamo
tranquille perché abbiamo la garanzia di avere materiali di prima
qualità e, soprattutto, i prodotti consegnati, pur essendo tecnicamente
differenti l'uno dall'altro, sono sempre simili, per cui non si deve
impazzire per capire come sfruttarne a pieno le potenzialità e trovare
il setting ottimale. Un grande aiuto ci arriva dal nostro velaio di
riferimento Giulio Desiderato, amico ed allenatore che ci dispensa
sempre ottimi consigli: stare con North Sails garantisce un rapporto di
fiducia. E' una costante che accomuna tutto il nostro mix di fornitori.
In
Italia il 420 è sempre molto attivo, voi siete un equipaggio che è di
ispirazione per tanti giovanissimi nel mondo della vela: vi sentite di
dare un messaggio a tutti coloro che scelgono di approcciarsi alla vela
olimpica?
S:
Sicuramente, prima di tutto, bisogna avere tanta pazienza, nel senso
che la Classe Olimpica richiede costanza, voglia e impegno. Non bisogna
scoraggiarsi se, inizialmente, come spesso succede, i risultati non
arrivano subito o arrivano in modo scostante: ci si trova a regatare con
gente che lavora sodo curando ogni piccolo dettaglio, non a caso si
tratta di professionisti a tutti gli effetti. È comunque un ambiente
molto bello, dove lo sport è il centro di tutto, dove gli stimoli sono
tantissimi anche grazie al livello alto delle flotte.
E:
Bisogna anche scegliere il tecnico ed il gruppo di allenamento giusti,
perché il passaggio dalla classe giovanile a quella Olimpica è molto
forte, quindi è necessario avere a fianco una persona che sia in grado
di accompagnare l'atleta in questo percorso.
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