Il mondo attorno a noi si è tinto di grigio con qualche sporadico
squarcio nel cielo che fa ricordare che esiste un sole su questo
pianeta. Eolo ha cominciato a respirare seriamente, a pieni polmoni,
aggredendo il mare che reagisce alla sua spinta sollevando onde
mastodontiche. I groppi sono una costante e non è facile trovare una
giusta configurazione sulle vele. Ora si parte in un surf a 18 nodi sul
dorso dell’onda e poi si rallenta sino a dieci sulle bianche creste…
Degli uccelli neri, simili a gabbiani, volano giorno e notte sopra di
noi, planando sulle onde pare che non siano nemmeno interessati alla
ricerca di cibo. Il gioco fine a se stesso, una malattia che ben
conosco. Ma la novità assoluta di oggi è il primo albatros che ci è
venuto a trovare, il simbolo di questi mari. E’ la prima volta, nella
mia vita, che ne vedo uno e non me l’ aspettavo già a questa latitudine.
Che bello!
Si passa sempre meno tempo sul ponte, la pancia di Italia è il nostro
rifugio e il nostro piccolo mondo che ha una parvenza di vita
“normale”. Muoversi è difficile, la barca si muove in tutte le
direzioni, rallenta sulle creste e si lancia in picchiata verso il cavo
della grande onda, poi sul radar appare un nuovo groppo, indosso gli
stivali ed esco fuori scotta in mano pronto ad alleggerire Italia dalla
pressione violenta. Poi passa. Torno da basso nella casetta che ti da
quel senso di calore…
E’ passato un mese dalla nostra partenza da Gibilterra, lo apprendo
stamane. Per noi il tempo, i giorni, le ore hanno un’ importanza
relativa. A tutto questo, piano piano, il corpo si adatta e perché ciò avvenga
hai come l’impressione che la mente stia facendo un qualche lavoro
sull’anima, siamo nel selvaggio più selvaggio.
Dietro di me c’è Kito de
Pavant un altro partecipante al Vendée Globe, francese ma mediterraneo
come me. Spero di incrociarlo e poter fare due chiacchiere anche con
lui.
Ciao a tutti
Gaetano e Italia
(www.gaetanomurarecord.com)
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