venerdì 25 novembre 2016

GAETANO MURA SU ITALIA: Diario di Bordo 21 novembre 2016


“La mente vola più rapida della barca, è inevitabile, ricostruendo da sola scenari di ogni tipo e il modo di far fronte a ogni problema. Tutto questo è ovvio mette in moto il nostro organismo che si percepisce come un’accelerazione di tutto, ma questo anticipare ha in qualche modo una sua valenza ai fini pratici non che sin ora sia stata una passeggiata ma il corpo sa che tra un po’ si farà sul serio.”   “I giorni in solitario incominciano a crescere e ci si avvicina alle porte del grande Sud. Cosa succede nella testa dei navigatori solitari?” Ce lo spiega il medico ufficiale del Vendeè Globe.
 
“Gli altri scappano, sono avanti. La perdita di velocità si paga subito, cash, con le miglia perse.La preoccupazione è altrove e lo script già scritto. Si dimentica la posizione in classifica, la strategia, si chiama il team a terra. Spiegare, discutere, trovare la soluzione, se esiste. Poi agire, in fretta, al meglio. Solo. Tutto questo per restare in corsa. In questa situazione di stress la reazione dell’organismo è sempre la stessa. Dopo aver realizzato e misurato la gravità del problema, la corteccia cerebrale attiverà reazioni ormonali e mobiliterà vari organi come le ghiandole surrenali. Sono loro che secernono steroidi. 

Il loro ruolo è molteplice. Essi rilasciano energia in azione, stimolano la degradazione di proteine e grassi. Gli zuccheri così sintetizzati naturalmente intensificano la lucidità, il ragionamento, la chiaroveggenza, ma anche la forza muscolare e la destrezza. Essi inducono euforia, facilitano la resistenza al sonno e la capacità di eccellere. Non conosco la ricetta di Panoramix, ma non sarei sorpreso se aggiungeva alcune gocce di cortisone nella sua pozione magica.

Al di là della risposta fisiologica allo stress, abbiamo tutti i mezzi mentali per superare l’ansia delle situazioni impreviste. Lo spirito libero sarà in grado di concentrarsi sulla soluzione del problema. Questa strategia di far fronte allo stress è riassunta sotto il nome di “coping”. Molti hanno lavorato e studiato su questo aspetto. L’obiettivo: individuare tutte le possibili rotture/crisi e fornire le procedure per risolverle. Come i piloti di linea o gli astronauti, queste aspettative rafforzano la fiducia, il senso di mantenere il controllo qualunque sia il problema. 

Ma per questo, lo skipper deve saper fare tutto. Deve sapere di tutto dalmateriale composito all’informatica ma pure meccanica, elettronica e medicina, lo skipper ha imparato ed è in grado di inventare, modificare, riparare, e anche guarire, da solo, con i soli mezzi di bordo, quelli a portata di mano.

Ma attenzione nel corso degli anni e delle avventure, questo attacco alla nostra capacità di adattamento esaurisce il nostro capitale anti-stress. Impossibile conoscere i limiti prima di averli superati. Quindi, anche se il desiderio di eccellere sembra il pegno di eterna giovinezza, il corpo stanco ha perso le sue sorgenti. Subisce impotente. 

Questo apre la porta alla disillusione, alle malattie e all’invecchiamento precoce. Il nodo centrale ed essenziale è l’ascolto e la gestione della propria persona. Non bisogna andare troppo lontano, perché questo lungo itinerario del sud non diventi una Via Crucis sotto le stelle.
(www.gaetanomurarecord.com)
 

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