venerdì 22 maggio 2015

MATTEO MICELI - RITROVATA E RECUPERATA ECO40 CHE TORNA A CASA!


Roma, 21 maggio 2015  “Ciao Matteo, bentornato”, la risposta di Chiara oggi alla telefonata di Matteo che le annunciava il suo rientro a Roma.  Matteo le risponde con voce stanca: “Ho riportato a casa la nostra creatura, purtroppo non sembra più lei, se vedi le foto che sto per inviarti, ti spaventi”.   Chiara, con il consueto ottimismo che la caratterizza per la sua attitudine alle sfide, non dà peso allo sconforto: “E quando mai qualcosa ci ha spaventato?”     Eco40 è stata il sogno concretizzato di Matteo Miceli sulle onde degli Oceani per quasi cinque mesi, passando dalle giornate tiepide dell’Atlantico, a quelle gelide e burrascose dell’Indiano e del Pacifico, con onde fino a 10 metri e raffiche di vento a 70 nodi. 
 
Una casa... ma molto più di una dimora sull’acqua, una creatura costruita meticolosamente nel tempo come una parte di vita di Matteo, un progetto con una forte valenza etica, metabolizzato nella sua persona ben oltre la competizione tecnica e sportiva, come un impegno di salvaguardia degli Oceani vittime dell’indiscriminato inquinamento dell’uomo. Il coraggio di solcare le onde degli Oceani con un 40 Piedi, è un’impresa unica al mondo, che solo Matteo ha saputo affrontare.

Eco40 era un laboratorio in miniatura di tecnologie avanzate in grado di dimostrare che lo sviluppo scientifico ed il rispetto dell’ambiente sono il futuro, l’unico futuro praticabile per il nostro pianeta. L’impianto scientifico allestito sull’imbarcazione, le sue avanzate strumentazioni di bordo, il ciclo alimentare ambientato alla perfezione per garantire il sostentamento in mare, sono stati il corpo integrante della sfida etica di Matteo, affiancata all’impresa tecnica e sportiva.

Salpato il 19 ottobre 2014 dal Porto di Riva di Traiano per il primo giro del mondo in solitaria, senza assistenza e senza scalo, in completa autosufficienza energetica ed alimentare, Matteo nella sua sfida con la natura - ma sempre dalla parte della natura – nonostante l’esito imprevisto della traversata, ha saputo lanciare un messaggio di sensibilizzazione sui temi dell’ambiente e dello sviluppo eco-sostenibile.

Non bisogna quindi lasciarsi trarre in inganno dal cartello A’MARE’GGIATO che Matteo ha esposto al suo rientro a Fiumicino, perché nella definizione dello stato d’animo, è insito un virgolettato che è al tempo stesso una dichiarazione d’amore verso un’impresa ormai quasi giunta in porto.

Ma ripercorriamo a ritroso gli avvenimenti che hanno portato al recupero dell’Eco40. Poco dopo il naufragio, il 30 marzo Matteo con un gruppo di amici, alcuni tra quelli che hanno collaborato alla preparazione dell’impresa oceanica, sono in navigazione nelle acque del Brasile per raggiungere, nel giro di due giorni, ciò che resta dell’imbarcazione. Nel corso delle ricerche, purtroppo i naviganti perdono il segnale del tracker, e pur essendo diretti verso la posizione stimata, l’area delle ricerche è tuttavia troppo vasta. Ci racconta Matteo: “

Le parole di Matteo tradiscono tutta l’emozione per il ritrovamento della sua creatura: “ Difficile trovare l'energia per rimetterla in pista. Ora aspettiamo MSC che ce la riporta a casa. Purtroppo abbiamo trovato la barca devastata e l'albero rotto in tre pezzi. E’ stata lunga la mia apnea per tagliare tutto e per posizionare un pallone che agevolasse il raddrizzamento. Onde pioggia e vento poi purtroppo non ci hanno aiutato. Una volta dritta l'abbiamo svuotata dall'acqua e trainata”.

Quando siamo arrivati sul punto stimato, dopo 36 ore dall'ultima rilevazione del satellite, la zona da perlustrare aveva le dimensioni dell'anello del Grande Raccordo Anulare e noi lo stavamo percorrendo con un mezzo che ha velocità pari ad una bicicletta. Per 60 ore abbiamo cercato, ci siamo cotti dal sole e abbiamo fatto ti turni di avvistamento....purtroppo niente da fare”. Questi gli aggiornamenti di Matteo datati al 4 aprile scorso.

Poi una telefonata di Matteo: “Chiara riparto, Eco40 manda segnali”.  Il 19 maggio (19, un numero che ricorre sempre in questa impresa) la notizia del ritrovamento e del recupero di Eco40. Dopo due mesi dall’avvenuto naufragio, è stata localizzata, capovolta, a largo dell’Arcipelago Fernando de Noronha, nell’Atlantico a circa 350 km dalle coste brasiliane. Matteo con alcuni amici ed un sub sono partiti alla volta dell’arcipelago per le operazioni di recupero. Da Suape Port, quindi dopo due giorni di navigazione, Matteo e compagni sono di rientro a Roma, mentre Eco40 sarà spedita a Livorno.

Ma la sfida è ancora aperta. Matteo è sempre l’uomo innamorato del mare e motivato a proseguire con le sue imprese l’attività di sensibilizzazione verso l’ambiente e sui temi dello sviluppo eco-sostenibile.   Una breve risposta ci rassicura in merito alle sue future intenzioni. Matteo ci dice: “Molti mi chiedono...Lo rifaresti?. La mia risposta è secca, senza dubbi: Si”.  E allora... alimentiamo il futuro con l’energia propulsiva della passione di Matteo!

E lo Yacht Club Favignana con il suo Presidente Chiara Zarlocco, è già in pista, pronto a supportare una nuova avventura per Matteo, convinti come sempre al suo fianco che la nostra mission sportiva sia espressione di una vocazione ambientalista e scientifica ancora proiettata per le rotte del mondo. Noi, per definizione, siamo un work in progress per lo sport, per il pianeta, per lo sviluppo di energie... energie a 360°!

Ma l’importante sei tu, Matteo, che come al solito non hai mollato fino alla fine e ci hai emozionato ancora una volta con un’altra sfida. (www.matteomiceli.com)





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