Con l'arrivo delle
veliste di Team SCA si è conclusa la quarta tappa della Volvo Ocean
Race. Una tappa che ha tenuto organizzatori e fan con il fiato sospeso
fino all'ultimo, che ha celebrato la prima vittoria degli spagnoli di
MAPFRE, ossia il quarto vincitore diverso in quattro tappe, un evento
che non era mai accaduto nella storia ultra quarantennale della regata. Sono solo otto minuti ad aver diviso il primo dal
terzo sul traguardo della City of Sails, dopo oltre venti giorni di
navigazione. Da diversi giorni MAPFRE, Abu Dhabi Ocean Racing e Dongfeng
sembravano essere i candidati più seri per la vittoria, ma l'ordine in
cui avrebbero tagliato la linea è rimasto in dubbio fino all'ultimo.
Una
vera bagarre fra i tre, che si sono scambiati regolarmente di
posizione, prendendo e perdendo più volte la testa e che si è decisa
solamente nelle ultime miglia, nel celeberrimo golfo di Hauraki. Alla fine l'hanno spuntata gli spagnoli di MAPFRE,
guidati in questa tappa da Xabi Fernández, malgrado diversi problemi
tecnici incontrati durante la navigazione da Sanya. In una delle tappe
in assoluto più combattute dell'edizione 2014/15 della Volvo Ocean Race
si è dunque assistito anche alla vittoria di un nuovo team dopo i
successi di Abu Dhabi Ocean Racing, di Team Brunel e di Dongfeng Race
Team nelle prime tre frazioni. Non era mai successo prima.
La barca
spagnola ha tagliato il traguardo alle 21.31 ora locale (le 9.31 in
Italia) completando il percorso di 5.264 miglia teoriche in 20 giorni,
due ore, 31 minuti e 20 secondi. Per la maggior parte della quarta
tappa, partita da Sanya lo scorso 8 febbraio, non sembrava che MAPFRE
potesse pretendere alla vittoria. Prima un problema tecnico con le
antenne satellitari aveva fatto perdere agli spagnoli la possibilità di
comunicare e, soprattutto di ricevere le preziose informazioni meteo,
poi Guillermo Altadill il più giovane dei componenti dell'equipaggio
aveva avuto un incidente, ferendosi a una mano, ma alla fine lo scafo
rosso degli spagnoli è riuscito nell'impresa.
“Siamo felicissimi di essere ad Auckland, ovvio, è stata una tappa durissima.” Ha dichiarato Xabi Fernandez poco dopo aver tagliato il traguardo. “L'ultimo
giorno è stato molto difficile. Nelle ultime due tappe abbiamo
migliorato moltissimo, il nostro è un team forte e spero che d'ora in
poi potremo mostrare al mondo quello che possiamo fare e continuare
così.”
Fernandez e i suoi uomini si sono lasciati alle
spalle, ma per soli 4 minuti e 25 secondi gli emiratini di Abu Dhabi
Ocean Racing, con lo skipper britannico Ian Walker, che comunque può
consolarsi con il primo posto nella classifica overall dove si trova a
pari punti con i franco/cinesi di Dongfeng Race Team, ma che guida
grazie al miglior punteggio delle in-port race series, che regola le
situazioni di parità. Ian Walker su Azzam può gioire non solo del
secondo posto consecutivo, ma anche di non essere mai sceso dal podio
nelle quattro tappe, un risultato che si era prefissato fin dall'inizio e
che potrebbe essere una delle carte vincenti, in questa edizione della
regata così serrata a bordo dei monotipi Volvo Ocean 65. “Le
differenze fra i vari team si stanno via, via assottigliando e la nostra
strategia è quella della costanza. Tuttavia, se dovesse diventare una
corsa a due, sarebbe la strategia sbagliata.” Ha ammesso Walker.
Anche Abu Dhabi Ocean Racing ha messo fra sé e
Dongfeng Race Team, terzo, qualcosa meno quattro minuti, tre minuti e 37
secondi per l'esattezza, una vera inezia dopo tanta navigazione. E
anche per Charles Caudrelier e i suoi uomini si tratta del quarto podio
consecutivo (2,2,1,3), giunto al termine di una frazione che li ha visti
occupare praticamente ogni posizione, dalla prima all'ultima, anche a
causa di alcuni problemi tecnici. “Tutto il team ha fatto un lavoro eccezionale.” ha detto Caudrelier. “Ma
alla fine credo siamo rimasti vittime del gioco delle nuvole, abbiamo
perso moltissimo sotto una nuvola nella notte fra giovedì e venerdì,
perdere 10 miglia in un sol colpo in queste condizioni è durissimo.”
Quarti sulla linea i giovani di Team Alvimedica, con
l'italiano Alberto Bolzan. Per lo skipper statunitense Charlie Enright e
il suo equipaggio è stata un'altra tappa importante, di apprendimento,
malgrado non siano riusciti a salire sul podio come avvenuto a Sanya. “Devo essere sincero.” ha dichiarato Enright. “Nessuno
parte per una tappa sperando in un quarto posto. E abbiamo ancora molto
lavoro da fare per quel che riguarda la velocità. Però è stata una
tappa interessante, anche se non la nostra migliore, eravamo
competitivi, siamo stati nel gruppo e nella ultima parte abbiamo
attaccato e recuperato bene.”
Per la seconda volta il veterano della Volvo Ocean
Race Bouwe Bekking su Team Brunel ha dovuto accontentarsi del quinto
posto, dopo essere stato protagonista nella parte centrale della tappa,
conducendo la flotta per oltre una settimana prima di commettere un
errore strategico strambando e allontanandosi dagli avversari troppo a
lungo. Malgrado ciò, il team olandese occupa ancora il terzo gradino del
podio, con 12 punti. Lo skipper, alla sua settima partecipazione, è
stato come al solito molto diretto e ha dichiarato: “Non posso dire
di essere contento, siamo tutti piuttosto amareggiati. Abbiamo fatto un
errore e l'abbiamo pagato caro. Abbiamo anche avuto dei problemi di
salute a bordo, ma questa non è certo una scusa valida.”
Per l'equipaggio tutto femminile di Team SCA, guidato
dalla skipper inglee Sam Davies, un altro sesto posto che tuttavia è
venuto al termine di una tappa in cui le veliste sulla barca magenta
hanno fatto vedere ottime cose, fra cui la prima coraggiosa opzione
tattica di allontanarsi dalla flotta dopo il passaggio delle Filippine. “Per noi era la cosa giusta, ovvia, da fare. E' strano che non ci abbiano seguito più team.”
Il resto della tappa, purtroppo, non si è rivelato altrettanto positivo
e Team SCA ha piano, piano perso terreno, concludendo in ultima
posizione. “E' stato bello stare vicino agli altri... ma non siamo
ancora dove vorremmo. Siamo felici di fare scelte giuste, stiamo
migliorando moltissimo.” Ha dichiarato Sam Davies nel corso della conferenza stampa. “Il risultato non cambia, ma noi sentiamo di migliorare e navigare vicino agli altri è un ottimo modo per imparare.”
Tutti i 57 velisti ora si concederanno qualche giorno
di meritato riposo in Nuova Zelanda, prima di ritornare in gara con la
New Zealand Herald In-Port Race, in programma per sabato 14 marzo. Il
giorno successivo, domenica 15 marzo, sarà invece dato il segnale di
partenza della quinta tappa con destinazione Itajaì, in Brasile, una
delle più dure, affascinanti e storiche del giro del mondo a vela con la
navigazione negli oceani meridionali e il passaggio del celeberrimo
Capo Horn. Si tratta anche della più lunga delle nove tappe in
programma, con le sue 6.776 miglia teoriche.
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