Poco fa siamo passate a nord di Point Nemo, una posizione nell’Oceano
Meridionale che rappresenta il luogo più lontano dalle terre abitate in cui ci
si possa inoltrare. È bellissimo, selvaggio, sconfinato, freddo, grigio e
bagnato. Le albe sono magiche, così come i tramonti e le notti stellate. Se ti
metti nei guai quaggiù puoi contare solo su te stesso o, nel nostro caso, sui
tuoi avversari. È una sensazione emozionante, ma anche inquietante!
Point Nemo è così chiamato dal nome del capitano di sommergibili protagonista
del romanzo di Julius Verne “Ventimila leghe sotto i mari”. Il punto era stato
individuato dall’ingegnere croato – canadese Hrvoje Lukatela e segna il centro
di un cerchio blu, senza alcuna terraferma, delle dimensioni del Nord America,
ed ha le coordinate 48° 52.6′ Sud, 12323.6′ Ovest.
Point Nemo si trova a 1,670 miglia (2.688 chilometri) da tre linee costiere:
Ducie Island a Nord, un atollo disabitato nelle Pictairn Island, Motu Nui a Nord
Est, un piccolo isolotto poco lontano dall’Isola di Pasqua, al largo della costa
del Cile e la gelida Maher Island a Sud, al largo della costa antartica.
In questo preciso momento stiamo passando la parte settentrionale dell’ice
gate numero 8 e ci stiamo facendo strada verso Capo Horn, sempre cercando di
andare a Sud per ridurre al minimo la distanza. Il morale a bordo è alto. Siamo
tutte felici ed eccitate di passare Capo Horn, nonostante le previsioni diano
condizioni dure in arrivo. Abbiamo avuto condizioni meteo piuttosto buone per un
paio di giorni, che ci hanno consentito di rimetterci in sesto, asciugare le
cose e prepararci per la tempesta che troveremo quando “gireremo l’angolo”.
Incrociamo le dita affinché il vento continui a cambiare direzione,
cosicché possiamo farcela con un unico bordo, senza dover strambare due volte;
se Libby riesce in questa impresa la chiameremo “Libby layline” e ne saremo
impressionate! – Dee(www.teamsca.com)
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