mercoledì 25 marzo 2015

Classe Mini 6.50 - Conclusa l'Arcipelago 650




Con l’arrivo dell’ultimo classificato Bacon & Eggs alle 13.37 domenica, si è conclusa l’edizione 2015 dell’Arcipelago 650. La premiazione è iniziata proprio con un’applauso ai ragazzi del Naus (Mini di serie più famoso per le sue doti di robustezza e di semplicità che per le sue performance in acqua). Non è semplice ”decoubertianismo”, piuttosto la consapevolezza da parte di tutti che il risultato raggiunto sull’acqua va ponderato considerando la barca che si ha sotto le chiappe. ”Due su due” ha giustamente sottolineato Alessandro Testa visto che i due giovani esordienti nella classe hanno concluso le due prime regate della stagione. Non tutti possono dire lo stesso.
 
A Testa, direttore sportivo del Circolo della Vela di Talamone e presidente del comitato di regata, va subito il nostro ringraziamento per aver saputo gestire con grande professionalità, autorevolezza e un pizzico di fermezza che serve per canalizzare l’entusiasmo a volte esuberante e poco disciplinato dei Ministi. Ringraziamenti che vanno a tutto l’equipaggio del CVT rimasto in coperta 24 ore su 24: è anche grazie a loro se questa edizione dell’Arci 650 è stata una gran bella regata.
Vediamo come è andata.
Il protototipo Illumia ha dominato questa edizione dell’Arci 650, è la terza vittoria per Michele Zambelli in questa regata
Prototipi. Zambelli ”Illumi(n)a” l’Arcipelago
Come ci ha detto Michele sul pontile è stata ”una regata perfetta” proseguita come l’avevamo lasciata nel nostro post di ieri: ottima velocità e traiettoria pulita. Pochissimi errori tranne forse nelle ultime miglia che sono state difficili per tutti. Al traguardo le quasi tre ore di distacco di Illumia sul primo inseguitore parlano da sole.
Per Luca Filippi co-skipper di Zambelli si è trattata della prima esperienza sul Mini. Non che l’idea non l’abbia mai sfiorato in passato, anzi, ha carezzato il sogno di partecipare alla Transat negli ’80 mail sogno è rimasto lì, nel cassetto. Detto questo, conosce la tribù, l’ha frequentata partecipando tra l’altro alla realizzazione di vele per Bianchetti o per Zamagna.
Il succedersi di persone con anni di esperienza alle spalle a bordo del proto 788 di Zambelli non è un caso: ”Cerco di importare punti di vista esterni alla classe e fare salire a bordo persone che hanno esperienze e punti di vista diversi.Anche perché”, sottolinea Zambelli, ”a volte noi Ministi ci focalizziamo su delle stupidaggini, solo perché fanno tutti così. Poi arriva uno da fuori e ti chiede: ma perché  fai questo in quel modo piuttosto che in un altro? E ti rendi conto che ha ragione. Dopo l’esperienza in cantiere, è questo che mi interessa del progetto in questa prima fase della stagione, imparare, prendere spunti dagli altri.
Michele Zambelli e Luca Filippi dopo l’arrivo
  In effetti con Luca Filippi a bordo, Michele ha potuto aver un parere diverso almeno da due punti di vista: quello del ”carbonaio” specialista di compositi (Luca è attualmente occupato alla costruzione di derive a foil per un catamarano di 16 piedi costruito dalla Bimare con cui collabora da anni). E quello dello specialista del catamarano e delle sue particolarità, sia da regatante, sia da costruttore/preparatore: conduzione in velocità, albero alare, rande steccate a profili square top, spi asimmetrici e sviluppo delle appendici. Interessante notare come classi a sviluppo come catamarani Formula 18 e Mini 650 prototipi seguono strade parallele in vari aspetti (geometrie delle appendici e dei piani velici, forse domani i foil.)
Il prototipo 756 Onlinesim si è ritirato dopo il passaggio a Capraia a causa di problemi strutturali
Doppia punizione per Alberto Bona
Dopo un primo round deciso nelle ultime miglia della Fezzano-Talamone, aspettavamo l’inizio del secondo atto del duello tra Zambelli e Alberto Bona con 756 Onlinesim. Già penalizzato in partenza perché non aveva superato il test di raddrizzamento, Bona e il suo co-skipper Gerin hanno preferito ritirarsi dopo Capraia, all’inizio della risalita di bolina in un mare corto, duro alzato dallo scirocco che era cresciuto in intensità fino a 20 nodi nella notte. Al Vhf, Bona ha parlato di ”problemi strutturali”, un membro dell’equipaggio del 542 ritirato anch’esso a Cala de Medici ha saputo che il problema riguarda la chiglia. Non ne sappiamo di più, ma non ci voleva.
In ogni caso questo significa che Onlinesim dovrà tornare in cantiere. Il tempo stringe. Il GPI è tra un mese, la Mini Transat tra sei. Un duro colpo per lo skipper e i ragazzi di Skyron che sapranno gestire quel contrattempo con l’atteggiamento giusto. Sui dettagli della ricostruzione del 756 è da leggere l’articolo di Farevela con un’intervista video a tutti i protagonisti.
Il Pogo 3 Pegaso di Andrea Pendibene e Giovanna Valsecchi, terzo posto overall e  tra i prototipi nonostante sia progettata come una barca di serie. La sua gemella termina davanti
I Pogo 3 confermano un forte potenziale
Forse è ancora troppo presto per dare un giudizio assoluto e categorico, ma il nuovo ”mostro” Pogo 3 progettato da Guillaume Verdier e costruito da Structures sembra proprio ben nato e veloce.
Come nella Fezzano-Talamone, i due esemplari presenti arrivano uno dopo l’altro, nello stesso ordine: Mahi-Mahi dei francesi Charly Fernbach e Hartberg seguito da Pegaso dell’equipaggio della Marina Militare (Andrea Pendibene e Giovanna Valsecchi). Di buon augurio per la Mini Transat di Pendibene e la campagna successiva di Giovanna per il 2017.
L’Ofcet Novintiss di Julien Pulvé. Ancora in rodaggio la sua barca – conforme al regolamento di serie ma ancora non omologata tale come i P3 – conclude all’ottavo posto overall
Più difficile il giudizio sull’Ofcet di Julien Pulvé ancora in rodaggio. Sappiamo che questo modello ha fatto scintille in Atlantico nella scorsa Les Sables-Le Azzorre con Ian Lipinski, ma la barca di Pulvé è stata appena varata. C’era pochissimo vento alla regata d’esordio a La Grande Motte e il suo co-skipper (nonché armatore della barca e sponsor) sta disputando le sue primissime regate in assoluto (il simpatico Boris ha 400 miglia al log e tutto da imparare).
Spot, il prototipo dei fratelli Rustichali chiudono settimo overall, quarto tra i prototipi e primi tra i ”vintage” (classifica non ufficiale)
Spot davanti i prototipi ‘vintage’
Bella lotta anche tra i prototipi più datati, i ”vintage”, e una conferma. Non solo Marco Rusticali ha scovato un monumento storico della classe Mini (sei partecipazioni alla Mini Transat) ma è una barca che può ancora dire la sua. Chiude settimo overall davanti all’Ofcet di Julien Pulvé, quarto tra i prototipi e davanti a tutti gli altri vintage (Banzai, Diabolo, l’ex proto di Podestà, Jrata…). Anche i fratelli Rusticali sono ”Minimaniaci adriatici” e potrebbero raggiungere ben presto il centro formato intorno a Michele Zambelli a Rimini.
Sideral, l’Argo 650 di Andrea Fornaro vince tra le barche di serie dopo un duello a tre con Alla Grane e Black Bull nelle ultime miglia
Serie. ”Il buono, il brutto e il cattivo”
Avete presente la scena finale del mitico western di Sergio Leone, quella del duello a tre sulla piazzetta di Sad Hill? Bene, non facciamo nomi, non diciamo chi è chi, ma è andata un po’ così il finale di questa regata. Solo che in quel caso tutti e tre i protagonisti avevano la pistola carica ed erano pronti a usarla. Parliamo del bellissimo podio finale delle barche di serie: Sideral, Alla Grande, Black Bull
Soltanto nelle ultime miglia, Andrea Fornaro con Sideral è riuscito a ripassare in testa e non è stato per nulla facile. Ed è un Fornaro con un bel sorriso che abbiamo ritrovato sul pontile di Talamone. L’espressione non era la stessa alla boa di disimpegno e probabilmente non lo era nel lungo bordo alle portanti tra Giannutri e Capraia: ”La barca vola di bolina ma ci è mancata un po’ di velocità in poppa, ora sappiamo dove mettere le mani. Finalmente vinco a casa ed è stato bello aver Oliver con me a bordo.”
Anche per Oliver Bravo de Laguna, era la prima regata Mini ed è lui che chiude l’intervista in spagnolo con alcune parole che non possiamo trascrivere qui: ”Andrea è un grande, lo sapevo già ma in questa occasione me lo ha dimostrato, è uno dei migliori velisti che conosco. Bellissima regata, per niente facile, per me era la prima con il Mini però grazie alle sue spiegazioni e alle varie considerazioni sul campo di regata abbiamo conseguito un buon risultato. Però mi sarebbe piaciuto godere di più del paesaggio e di un clima più caldo.
Ci teneva Fornaro a vincere questa regata, a casa. Ci teneva anche ad andare a salutare e congratularsi con i suoi avversari diretti, i due Pogo 2 che tanto lo hanno fatto sudare: Alla Grande e Black Bull che poco dopo l’una di notte hanno chiuso rispettivamente secondo e terzo, tutti e tre nell’arco di dieci minuti.

Sul pontile con Piero Platone, armatore del Pogo 2 e team manager del Black Bull Sailing Team, ritroviamo i ragazzi. Strette di mano, abbracci, pacche sulle spalle. Bravi tutti. E si rifà la regata. Ci raccontano i fatti di corsa, quello che non si vede sulla cartografia (un tronco preso nella chiglia, un Gps che fa le bizze). E raccontiamo loro quello che non potevano sapere sull’acqua.
L’Arci per queste tre barche è stata una regata a bastone lunga 160 miglia (in realtà circa 200 sull’acqua) iniziata, condotta e terminata proprio come un bastone, con un duello di virate. Si fa la regata sull’avversario sempre a vista. Strategia semplice sul bordeggio di poppa con una sola strambata per tutti a Ovest di Pianosa: ”30 miglia a manetta con il vento che sale in pieno sulla layline”, si entusiasma ”Sanfo” (velista della North che comincia ad aver una bella esperienza in questo campo: ha lavorato sulle vele di Di Benedetto per lo scorso Vendée Globe e sui tre Class 40 italiani attualmente in giro). ”Bello sì, ma abbiamo avuto anche un po’ di fortuna che non abbia girato il vento” tempera ”Boggi”, cioè Ambrogio Beccaria, bravo a bordo del suo Mini quanto lo è stato in cantiere a rimetterlo a posto (leggere a proposito l’articolo del Giornale della Vela).
Dopo la vittoria nella Fezzano-Talamone, Giovanni Sanfelice e Ambrogio Beccaria confermano con un bel secondo posto tra le barche di serie con il Pogo 2 Alla Grande
Lungo questo bastone sembrava ci fosse un momento decisivo quando Black Bull, dopo aver girato Capraia in testa grazie a un bel bordo a rientrare con il Code 5, decide di virare per primo verso l’Elba, mentre gli altri proseguono verso Est. Grande distanza laterale, rischio. Black Bull spera e trova un mare meno formato sotto l’Elba, Alla Grande e Sideral scomettono su un sinistro che arriva puntuale sottocosta.
Le rotte seguite dalle tre prime barche di serie
All’incrocio nel Canale di Piombino, questa fase si conclude in un nulla di fatto. Black Bull torna in testa di pochissimo. Si torna a bordeggiare come se fosse l’inizio della regata. Le cose si complicano dopo Punta Ala. Brezza di terra che si scontra con il SE della piccola depressione. Il vento gira da tutte le parti. Cala poi torna, poi cala di nuovo. ‘Virare su ogni scarso’, dicono. Va bene, ma quando è uno scarso permanente, cosa si fa? Si vira. Frassinetti e Riccobon con Black Bull sono in una posizione difficile: non deve marcare una sola barca ma due. Davanti a Castiglione, Sideral parte a terra ma Alla Grande è più vicino. Altre virate, altri incroci. Una ventina di manovre dopo, a meno di dieci miglia del traguardo, Sideral ripassa in testa e fila verso la vittoria. ”Lo sapevo che ci avrebbe fregato sul finale”, ironizza il triestino Luca Riccobon. ”E così abbiamo fatto la figura dei fessi!” scherza ”Frassi”.
Il Pogo 2 Black Bull di Frassinetti e Riccobon conclude al terzo posto tra le barche di serie
Altro che fessi. Grande Black Bull e bravi Alla Grande due team senza sponsor ma tanta passione e voglia di correre. Anche loro sono l’anima della classe Mini e le occasioni di riscattarsi non mancheranno.


Nessun commento: