2015_02_19 23.30 UTC - Matteo si trova poco a nord delle isole Falkland (Malvinas) e
sta per uscire dalla zona critica degli iceberg che si trovano ora a circa a
300 miglia ad est dalla sua posizione attuale (vedi immagine allegata). Oggi
sono passati quattro mesi dalla sua partenza. In questi giorni l'attività svolta dai colleghi di e-geos
(Telespazio-ASI) e dell'ESA è stata molto importante per la sicurezza di Matteo
perché stanno assicurando l'assistenza continua per la mappatura dei ghiacci.
Inoltre hanno fornito gratuitamente, tramite il loro fornitore EXACTEARTH,
la mappatura dei dati AIS da satellite.
L'AIS è il Sistema di identificazione automatica (Automatic
Identification System) utilizzato a bordo delle navi commerciali e delle
imbarcazioni da diporto di dislocamento superiore alle 300 t che avviene
tramite una apparecchiatura elettronica montata a bordo che trasmette e riceve sulle
frequenze VHF. ECO40, anche se non è obbligato, è dotato di una apparecchiatura
AIS. Le informazioni trasmesse riguardano il nominativo internazionale, la
posizione, la rotta seguita e la
velocità della nave. Queste informazioni, che sono acquisite anche da una
costellazione di satelliti dedicati, possono essere visualizzate dalle altre
navi riducendo in questo modo il rischio di collisione.
Purtroppo Matteo nel Pacifico ha avuto un problema all'antenna
VHF montata in testa d'albero di ECO40 a circa 20 m d'altezza e quindi l'apparato
AIS ha smesso di funzionare. Arrivato a Capo Horn Matteo ha collegato l'apparato
AIS di bordo all'antenna VHF di rispetto collocata sul rollbar ad una quota di
soli 2 m. L'efficienza dell'apparato nella comunicazione con le altre navi sia
in trasmissione sia in ricezione dipende dalla quota dell'antenna VHF e di
conseguenza si è ridotta. Quindi Matteo aveva il timore di non essere
identificato e di non riuscire ad identificare le altre navi.
Grazie al
supporto fornito da e-geos e dalla ExactEarth abbiamo potuto verificare,
tramite i satelliti AIS, che Matteo è visibile. Speriamo che questa assistenza
prosegua fino al ritorno a casa di Matteo. Con Alessandro Romano stiamo predisponendo
un sistema per inviare a Matteo in
automatico, tramite e-mail, la posizione delle altre navi che ci pervengono dai
satelliti AIS.
Matteo, anche se è stanco, sta stringendo i denti sognando il
rientro a casa. Fortunatamente andando verso nord la temperatura dell'acqua e
dell'aria sta lentamente aumentando. Ieri è riuscito anche a pescare un pesce
azzurro del peso di circa 20 kg. Matteo doppiando Capo Horn è entrato nella rosa dei 6 velisti
italiani di tutti i tempi che hanno doppiato il Capo dei Capi in solitario:
Ambrogio Fogar, Giovanni Soldini, Pasquale De Gregorio, Simone Bianchetti, Alessandro
Di Benedetto e Matteo Miceli.
Per scaramanzia finora non ho voluto parlare di Capo Horn. Capo Horn, che porta il nome di un pacifico porto di pesca
olandese (Hoorn, luogo di nascita di Willem Shouten, uno degli scopritori del
Capo nel 1616), è annoverato tra i luoghi maledetti della Terra a ragione delle
circa 20.000 vittime che ha causato tra quelli che per lavoro erano costretti a
navigare nelle sue acque pericolose. Infatti fino all'apertura del Canale di
Panama, avvenuta circa 100 anni fa nel 1914, i traffici commerciali marittimi tra
l'Europa e le coste occidentali dell'America e l'oriente dovevano obbligatoriamente
passare per Capo Horn o per lo stretto di Magellano, situato poco a nord di
esso, scoperto da Ferdinando Magellano nel 1520.
La rotta percorsa da
Matteo attraverso Capo Horn divenne famosa nell' '800 come la rotta dei Clipper,
veloci navi a vela adibite al trasporto merci che hanno navigato fino alla
vigilia della II guerra mondiale. Il primo navigatore a vela che ha compiuto la circumnavigazione
del globo in solitario è stato lo statunitense Joshua Slocum. Slocum con il suo
Spray , circumnavigò il mondo navigando da est-verso ovest tra il 1895 e il 1898
passando per lo Stretto di Magellano.
Il primo navigatore solitario a vela che compì il giro del mondo
passando per Capo Horn è stato l'argentino Vito Dumas. Dumas compì il suo
viaggio lungo i quaranta ruggenti con il Lehg II (ketch di 31 piedi) tra il
1942 e il 1943 partendo e arrivando a Buenos Aires e facendo tre scali: Città
del Capo, Wellington (Nuova Zelanda) e Valparaiso (Cile).
Nel 1966 Sir Francis Chichester fu il terzo navigatore solitario
a compiere il giro del mondo doppiando i tre grandi capi (Buona Speranza,
Leeuwin e Horn) facendo un solo scalo. Partì da Plymouth con il suo Gypsy Moth IV
(uno yawl di 54 piedi) e vi ritornò dopo 226 giorni avendo fatto scalo solo a Sydney
in Australia.
Il primo giro del mondo senza scalo in solitario lungo la rotta
dei clipper venne corso in regata nel 1968 nell'ambito della famosa Golden
Globe Race. Alla regata parteciparono in 9 tra cui il navigatore solitario
italiano Alex Carozzo che purtroppo si dovette ritirare. Robin Knox-Johnston,
capitano della marina britannica, fu l'unico concorrente, nonché il primo uomo,
a completare il giro del mondo a vela in solitario senza scali impiegandoci 313
giorni. In realtà il francese Bernard Moitessier, pur ritirandosi dalla regata,
realizzò una impresa straordinaria compiendo senza scalo circa un giro e mezzo
del mondo, ovvero dopo aver doppiato Capo Horn rifece capo di Buona Speranza,
passò di nuovo a sud dell'Australia e raggiunse la Polinesia dove andò a
vivere.
Augurando buon vento a Matteo, vi saluto cordialmente
Paolo De Girolamo
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