In una conferenza
stampa tenutasi ieri ad Abu Dhabi, il management di Team Vestas Wind ha
confermato i piani per la ricostruzione della barca, in vista di un
possibile ritorno in regata entro il mese di giugno. La barca del team
danese, gravemente danneggiata da un incagliamento sulla barriera
corallina di St Brandon durante la seconda tappa della Volvo Ocean Race
lo scorso 29 novembre, è stata recuperata dall'atollo e portata a bordo
di un cargo della Maersk Line in Malesia, dove è attualmente sottoposta a
controlli e verifiche, prima del viaggio verso l'Italia e il cantiere
Persico di Bergamo, dove verrà ricostruita.
Lo skipper australiano del team, Chris Nicholson
durante l'incontro ha dichiarato di essere fiducioso che le condizioni
in cui si trova lo scafo possano permettere la ricostruzione e un
ritorno alla regata prima della conclusione del giro del mondo,
possibilmente per la tappa di Lisbona. Si tratta, naturalmente di un
progetto molto difficile, come ha sottolineato il CEO del Team Vestas
Wind Morten Albæek, ma la speranza è quella di poter tornare a
competere in questa dodicesima edizione dell'evento, partecipando alle
ultime due tappe. “Vestas è una società che è abituata a lavorare sotto
pressione, siamo abituati ai ritorni. Per noi questa è diventata una
corsa per tornare in regata.” Al fianco dell'azienda danese anche l'altro sponsor del team, Powerhouse. “Powerhouse ed è impegnata più che mai per tornare.” ha confermato Patrick Lammers, in rappresentanza della società.
Nei prossimi giorni un gruppo di esperti valuterà le
condizioni della barca in Malesia, per verificare quanta parte possa
essere utilizzata per iniziare la ricostruzione di quello che a tutti
gli effetti sarà uno scafo nuovo. Successivamente la barca sarà caricata
su una nave Maersk Line, uno dei partner della regata, per essere
trasporrtata in Italia, presso in cantiere Persico di Bergamo,
dove è stata approntata una struttura specifica per la lavorazione.
Normalmente la costruzione di un Volvo Ocean 65 nuovo dura oltre otto
mesi, ma Team Vestas Wind e la società italiana ai vertici del mercato
mondiale della nautica, puntano a impiegare circa la metà del tempo.
Nicholson, dopo settimane di duro lavoro e di emozioni molto intense, ha spiegato che: “Siamo
riusciti a disincagliare la barca dal reef in condizioni molto migliori
di quanto ci aspettassimo. Ci sono parti importanti della coperta che
possono essere riutilizzate, circa il 70/80 percento., come molte altre
componenti della struttura. Ricostruiremo la nostra barca, le nostre
speranze e i nostri sogni. Fino a ora ci siamo concentrati sulla
rimozione della barca e dei detriti dalla barriera, adesso speriamo di
poter entrare in una fase successiva, ricostruire la barca e tutte le
nostre speranze.”
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