Domani i sette
equipaggi partecipanti alla Volvo Ocean Race 2014/15 prenderanno di
nuovo il mare per la seconda tappa, da Città del Capo ad Abu Dhabi. Ma
se sembra ormai scongiurato il rischio di pirateria, sarà il tempo
meteorologico a mettere alla prova i 66 velisti oceanici. E' stagione di
cicloni nella zona, e le previsioni confermano che la seconda tappa
sarà tutto tranne che semplice. Già dalla partenza, prevista domani mercoledì 19
novembre alle ore 18 locali (le 17 ora italiana) la flotta dei sette
Volvo Ocean 65 avrà a che fare con condizioni abbastanza impegnative,
con mare piatto ma vento piuttosto intenso. Dopo aver tagliato la linea
dello start, i team saluteranno il pubblico del Sudafrica con un breve
percorso costiero nella Table Bay per poi affronteranno il mare aperto
con le sue insidie su 6.125 miglia (teoriche) verso l'emirato.
Il meteorologo della Volvo Ocean Race, Gonzalo
Infante, ha spiegato qule è la situazione che attende la flotta: “La
stagione dei cicloni è appena iniziata nell'oceano Indiano meridionale e
le previsioni dicono che potrebbero essercene diversi per questa
seconda tappa, uno in particolare si sta già formando. Ovvimaente le
previsioni devono essere sempre confermate ma è indubbio che la meteo
giocherà un ruolo molto importante.”
I velisti sono ben consci della situazione che li
attende e del fatto che una strategia di navigazione accorta sarà
assolutamente cruciale. “I momenti chiave? La partenza, ci saranno
25/30 nodi. Non è mai semplice partire da Città del Capo, è un'area
complicata per il forte ridosso causato dalla Table Mountain e la zona
di partenza è posizionata proprio al centro del ridosso. C'è il percorso
costiero da gestire prima di tutto, a contatto con gli altri, è
importante fare bene.” Ha spiegato con il suo consueto buon umore Pascal Bidegorry, navigatore su DongFeng Race Team. "Anche
la prima notte sarà interessante, navigheremo di bolina con aria
abbastanza forte e ci sono un paio di effetti locali da tenere presenti,
di seguito ci sarà una zona di transizione, con una bassa pressione ina
rrivo da sud e molte virate da fare durante la notte. Sarà un altro
momento importantissimo. Come la rotta da seguire dopo quella virata, è
probabile che navigheremo mura a destra per due giorni, due giorni e
mezzo, l'aria sarà forte, intorno ai 30 nodi, e girerà. Successivamente
una strambata per superare una dorsale, spero che ci arriveremo in buona
posizione. Voglio che il nostro team sia un attore principale, non una
comparsa.” L'esperto navigatore transalpino ha riassunto così i primi giorni della seconda tappa: “Per
farla breve, fare una bella partenza, gestire gli effetti locali,
virare al momento giusto, trovare la rotta giusta per passare la bassa e
ricordarsi di cosa viene dopo. Un sacco di lavoro nei primi giorni,
saranno fondamentali.”
Il race control centre di Alicante ha stimato che la
tappa in totale potrebbe durare dai 22 ai 28 giorni. Fortunatamente,
rispetto a quanto accaduto nella passata edizione la flotta della Volvo
Ocean Race non dovrà essere trasportata via cargo per ragioni di
sicurezza e per evitare il rischio di attacchi di pirateria. La società
di consulenza specializzata Dryad Maritime, che lavora fianco a fianco
con gli organizzatori della regata ha infatti dato il via libera al Race
Director Jack Lloyd, per una rotta diretta.
Con la nuova classe di barche monotipo, che hanno già
dato prova di poter competere davvero da vicino, anche questa tappa
promette di essere molto competitiva e la vittoria potrebbe essere alla
portata di ognuno dei sette team. Indubbiamente però il favorito della
vigilia sembra essere Abu Dhabi Ocean Racing dello skipper inglese Ian
Walker/, che dopo la vittoria nella prima tappa con un margine di soli
12 minuti sui franco/cinesi di Dongfeng Race Team si è aggiudicato anche
la In-port race di Città del Capo lo scorso sabato e ora guida entrambe
le classifiche.
All'altro vertice della classifica gli spagnoli di
MAPFRE con lo skipper Iker Martínez che hanno aprecchi dettagli da
mettere a punto dopo il deludente doppio ultimo posto di tappa e nella
In-port. L'equipaggio iberico ha cambiato alcuni dei velisti, imbarcando
il francese Jean-Luc Nélias, già vincitore nel 2012 con Groupama, nel
ruolo di navigatore e il watch leader britannico Rob Greenhalgh.
Da notare alcuni cambi, o meglio rotazioni nella
composizione dell'equipaggio femminile di Team SCA dove l'espertissima
Dee Caffari sale a bordo e porta a cinque il numero delle veliste
inglesi, inclusa la skipper Sam Davies sulla barca magenta, che si è
molto ben comportata nella In-port di sabato, salendo per la prima volta
sul podio. La partenza della Leg 2 sarà trasmessa in diretta video a partire dalle ore 16.50 su internet.
La navigazione dal Sud Africa agli Emirati porterà la
flotta dall'emisfero meridionale a quello settentrionale e dall'oceano
Atlantico all'Indiano. In dicembre i forti venti sud-orientali normalmente
soffiano dall'anticiclone di Sant'Elena al sistema depressionario
sudafricano. Ciò significa che la flotta ha forti possibilità di
incontrare venti sostenuti di bolina nelle prime 24 ore dopo la
partenza. I navigatori devono quindi fare delle scelte strategiche fin
dall'inizio, ovvero se puntare a sud e godere dei venti occidentali
oppure restare vicino alla costa africana. Non si tratta di una
decisione facile poiché la situazione meteo nella zona è molto variabile
e un'opzione che si presenta valida potrebbe diventare negativa nel
giro di poche ore.
L'opzione più probabile per la flotta è puntare
inizialmente a sud per cercare di cogliere qualche buona opportunità e
poi dirigersi a est, di solito tali opportunità sono rappresentate dalla
formazione di fronti freddi o di sistemi depressionari in prossimità
della punta meridionale del continente africano. Il lato negativo di
questa opzione, tuttavia, è la presenza della corrente di Agulhas, un
sistema oceanico su larga scala dove l'acqua si sposta con velocità fino
a cinque nodi e, con venti occidentali forti, questa corrente può
produrre mare molto mosso e potenzialmente pericoloso per le barche.
Uno scenario alternativo vede le cellule di alta
pressione degli oceani Atlantico e Indiano fondersi per creare
condizioni di vento leggero nella zona del Capo di Buona Speranza. In
questa situazione, il vento è presente solo vicino alla costa e,
purtroppo, soffia in direzione contraria alla rotta, quindi la flotta è
costretta a navigare di bolina.
Il primo ostacolo nel tratto di navigazione verso
nord è un ampio sistema di arie leggerissime. La rotta più comune per
passare l'alta pressione è prenderne il lato occidentale alla ricerca di
venti freschi da nord-est, appena sotto il Madagascar. Una volta
superato questo sistema meteo, la flotta dovrebbe incontrare venti
di
aliseo sud-orientale e le barche che si sono tenute più a est possono
godere di migliori angoli al vento.
Il fattore di rischio in questa zona è rappresentato
dalla stagione dei cicloni tropicali. Sono dei grandi sistemi
temporaleschi presenti in prossimità delle calme equatoriali, i
Doldrums, e che aumentano di forza nel loro cammino verso sud, causando
potenziali condizioni pericolose. Inoltre, quando si verifica la
presenza di uno di questi sistemi, i venti di aliseo non possono
svilupparsi, il che rende difficile trovare l'aria senza corre il
rischio di entrare nel ciclone.
Si arriva quindi all'ostacolo finale, i Doldrums
dell'oceano Indiano. Queste calme equatoriali sono differenti da quelle
presenti in Atlantico. Sono infatti create dalla convergenza degli
alisei di sud-est e dei monsoni di nord-ovest che si congiungono
provenendo da direzioni diverse e formano una larga zona di cumuli
nuvolosi, pioggia e vento leggero, sempre a sud dell'Equatore. In
generale la striscia di calme è più stretta a ovest, benché non sia un
fattore ovvio come nella prima tappa.
Dopo i Doldrums la flotta deve risalire verso il
Golfo Persico, con venti di monsone da nord-est. Quando il monsone
inizia a perdere forza, si entra in un'area di transizione con venti
leggeri e variabili di direzione. Il vento locale predominante soffia da
nord-ovest ed è chiamato Shamal. Dopo lo stretto di Ormuz, normalmente
la flotta naviga su un lungo bordo al lasco fino ad Abu Dhabi.
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