Tanta
commozione e tanto amore: per la vela, ma soprattutto per un uomo che l’ha
rappresentata ai massimi livelli, prima come atleta, poi come tecnico, sempre e
comunque come vero appassionato. Perché del nostro sport Valentin Mankin è
stato un’icona e le numerose persone che oggi, a Livorno, sono intervenute per
dargli l’ultimo saluto, l’hanno amato proprio per questa sua straordinaria passione
per uno sport che era parte integrante della sua vita e per l’innata capacità
di trasmetterla al prossimo.
Nato a Kiev, in Ucraina, il 19 agosto del 1938 e scomparso domenica 1mo giugno a Viareggio dopo una
lunga malattia, Valentin Mankin, quattro medaglie olimpiche (tre ori e un
argento) conquistate
in quattro edizioni dei Giochi e una seconda vita come tecnico e allenatore
della Federazione Italiana Vela, è stato
ricordato questa mattina con una cerimonia semplice quanto emotivamente
intensa, che si è svolta nella sede dello Yacht Club Livorno.
A fare gli onori di casa
il Presidente del circolo, l’Avvocato Gianluca Conti, affiancato dal Segretario
della II Zona FIV Giorgio Friso, che ha dato il via alla celebrazione cedendo
subito la parola al Presidente della FIV e dell’ISAF Dottor Carlo Croce, il
quale, successivamente, ha consegnato alla figlia di Mankin, Irina,
un’anteprima del nuovo Manuale della Vela Agonistica, libro che ha potuto
contare sul grande e fondamentale contributo dello stesso Valentin, che ne ha
curato diversi capitoli.
A seguire, sono
intervenuti l’Executive Director della federazione velica russa Leonid Klayman,
l’ex prodiere di Mankin nella classe Star Aleksandr Muzychenko, il giovane
atleta della Nazionale Italiana di vela Francesco Marrai, il tecnico federale
Marcello Turchi, il giornalista Luca Bontempelli, l’ex tecnico federale Rinaldo
Agostini e il Responsabile del Settore agonistico-sportivo dell’Accademia
Navale di Livorno, Capitano di Fregata Raffaele Cerretini.
Dopo la cerimonia allo
Yacht Club Livorno, durante la quale è stato letto anche un messaggio del
Presidente Onorario della FIV Carlo Rolandi, tutti i presenti sono usciti in
mare, nella zona antistante la diga Molo Nuovo verso le Secche della Meloria,
per spargere le ceneri dell’immenso Valentino – così era chiamato
affettuosamente da tutti i suoi amici italiani – e per dargli l’ultimo,
commosso saluto nell’ambiente che più di ogni altri gli apparteneva e dove,
oltre a scrivere pagine memorabili nel grande libri della storia della vela nella
veste di atleta, ha avuto modo di trasmettere a intere generazioni di velisti
la sua smisurata competenza tecnica e il suo inimitabile amore per questo
sport.
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