sabato 23 novembre 2013

Mini 6.50 - Transat 2013 - Stefano Paltrinieri: La Rhum, la Ostar? A noi ci fanno un baffo!


La Rhum, la Ostar... a noi ci fanno un baffo... sì, anche lì gli imprevisti a danno o a vantaggio dei concorrenti tengono incollati i tifosi al PC, ma stiamo parlando di Classi che, al massimo, possono allineare un ventina o poco più di concorrenti mentre la MiniTransat spalma i suoi drammi, le sue debolezze umane e tecniche, i suoi momenti di esaltazione ed i suoi trionfi tra più di 80 barche, vuoi mettere la differenza?   Della fantastica lotta che si sta volgendo in testa tra Giancarlo ed il suo compagno di allenamento Benoit Marie, della sontuosa regata di Belloir, che qualcuno comincia a sospettare non improbabile vincitore assoluto, si scrive ovunque.
 
Poniamo invece la lente in fondo al gruppo, dove velisti e uomini speciali hanno investito due-tre anni della loro vita, fatto debiti, incrinato rapporti e sputato sangue per vedersi sottrarre il sogno della "regata perfetta" dalle mille ed una insidie di cui tutte le MiniTransat sono sempre ricche, ma questa in particolar modo.

Che tempra Aron Meder!
Il biondo ungherese, sta caracollando col suo Tip Top ferito poco al largo dell'Africa a medie che gli faranno sembrare velocissimo il 6 metri da lago Balaton con cui ha ultimato un giro del mondo. Non si capisce ancora bene dove voglia puntare, i venti, prima leggerissimi ed ora perfino contrari, lo respingono dalle Canarie e non è improbabile che dovrà organizzare un faticoso rimpatrio dal Marocco.
Per fortuna, aveva imbarcato acqua e viveri per una tappa che sarebbe potuta durare un mese...

Sorte improba per i Proto Finot di vecchia generazione, che armatori lungimiranti ed orgogliosi hanno portato numerosi al via. Busnel ha perso il mitico 151 in costa, Ludovico è ripartito da Rabat in modalità "solo per arrivare di là", e 291, 159 ed 196 hanno tutti sofferto noie alla timoneria o all'albero tali da relegarli, dopo le soste di riparazione negli ultimi posti. Peccato perchè con tutta la poppa che hanno trovato non avrebbero sfigurato.

Anche agli Zero la sorte non ha arriso.
La memoria ci corre come una scudisciata sul viso al Monster di Davide Lusso, ma le due ragazze hanno avuto una sorte appena appena migliore. Pilar Pisanau, che ora chiude il gruppo, ha dovuto fermarsi poco dopo il via da Sada, senza neppure la possibilità di sentirsi in gioco e la canadese Reid, ha rotto l'albero e probabilmente si fermerà alle Canarie.

Detto del Tip Top di Meder non dimentichiamoci di quello di Marc Dubos.
L'over 50 che ha debuttato in Mediterraneo ha goduto di un momento di gloria nel secondo giorno di regata, quando, nelle condizioni più dure, ha lottato per un giorno intero intorno alla ventesima posizione. Poi qualcosa ha ceduto, Marc è scivolato inesorabilmente dietro nel gruppo ed è appena ripartito, con arietta poco fruttifera, da Lanzatote.

Anche i Dingo 1 hanno dovuto mangiare il loro pane nero, come dicono i francesi.
Federico Cuciuc sarà felicissimo di arrivare in Guadalupa, se ne farà un trampolino di lancio per future avventure ma lui stesso non ha nascosto stizza per la malasorte che lo ha privato della possibilità di esprimere compiutamente quello per cui si era preparato con tanta ostinazione. Ben peggio è andata all'altro D1 in gara, quello di David Genest, che nel delirio agonistico, quando viaggiava stabilmente poco oltre i 20, ha disalberato.
L'unico D2 in gara,quello di Marcellet, ha per ora avuto sorte migliore, ma è stato comunque obbligato ad un pit stop nefasto, quando si era insediato con autorevolezza al decimo posto.

Ed i Pogo 1?
Finalmente una nota lieta, dato che l'unico in gara è quello di Federico Fornaro, ora in una posizione che al via avrebbe assolutamente sottoscritto. Federico è un minista di altri tempi. In un'era in cui anche quasi non parti se non hai l'allenatore, il preparatore, lo psicologo, il nutrizionista ed il metereologo, e guardate che lo scrivo con rispetto assoluto; lui appartiene alla vecchia scuola in cui genialità, un pizzico di improvvisazione e animalesco senso marino sono predominanti.
All'origine di tutto c'è, ovviamente un budget limitato, ma ringraziamo il romano per avere dimostrato che anche con una barca vecchia di anni e di progettazione e mezzi da persona "normale"… seppò fa… "Bravissimo!

Tra i P2 osservate la rimonta furibonda di Pip Hare. Due anni fa arrivò 17 esima, ritenne per lei stretto quel piazzamento, causato da defaillance del pilota, ed è ripartita vincendo un UK Fastnet da 40 nodi. Purtroppo anche questa volta è incappata in una sosta che più prematura non si poteva in Portogallo ed era ripartita, sola soletta, dietro a tutti. Ora, se le andrà bene, potrà al massimo ripetere il piazzamento del 2011 ma la sua grinta meritava di essere rimarcata.

Anche Renaud Mary vive un brutto rapporto con la Transat. E' uno dei "mammasantissima" del gruppo dei Serie, ha un curriculum di piazzamenti alto così, ma nel 2011 si è incagliato quando quasi vedeva i grattacieli di Bahia ed anche ora si è dovuto fermate a Puerto Calero.

Mi pare che quest'anno il problema maggiore a bordo sia stato quello dell'energia.
Se nel 2011 furono i timoni a saltare come birilli, quest'anno parecchi corridori, anche di primissima linea (Delesne, Boidevezi, Pulvè, Jacobsson, Fermin) si sono trovati a corto di Ampére. Ormai si montano piloti dalle prestazioni stellari che però, sollecitati dalle prolungate condizioni limite di quest'anno, mancano forse di fonti di alimentazione e preservazione dell'energia, all'altezza del compito.

Ed ancora... gli italiani?
All'alba dello scorso mercoledì, che potremmo ormai definire "un mercoledì nero" stavo pensando ad un articolo che avrebbe avuto toni encomiastici da orgia nazionalistica... poi Andrea Iacopini ha invertito la rotta e Alberto Bona ha vistosamente rallentato.
Quindi... calma e gesso, che di tempo per esultare ne avremo a iosa, se continuerà come starebbe sembrando... 
(www.classemini.it di Stefano Paltrinieri)
 

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