venerdì 27 settembre 2013

Mini 6.50 - Transat 2013: manca sempre meno e partire sarà una liberazione!


26 Settembre 2013 - Fresco delle immagini dell'America's Cup ed in attesa della partenza della MiniTransat non ho potuto fare a meno di cogliere le similitudini tra le due esperienze umane e sportive.
No, non voglio solo intonare il prevedibile "peana" sulla necessità di non mollare mai, anche quando tutto sembra perduto, arte in cui Spithill e company sono stati immensi. Mi piace invece sottolineare quanto sia duro e faticoso portare a compimento il proprio sogno e di quanto potrebbe essere difficile dimenticarsi delle premesse. Abbiamo assistito a regate di una densità e bellezza senza pari, su mostri che, intonando la supremazia della tecnologia occidentale e portati da equipaggi di androidi sono assurti a prestazioni stellari.

Ma come si è arrivati a questo punto di estasi?
Ricordate la scuffia di Oracle che ha costretto tutto il Team ad una rincorsa estenuante, senza più distinzione tra notte e giorno per mesi e mesi di lavoro indefesso? Ricordate il disastroso varo di Artemis che ha costretto la barca svedese a tornare in cantiere appena varata?

Senza parlare del geniale progettista franco-argentino che non aveva semplicemente previsto che gli AC 72 potevano... volare ed ha dovuto iniziare daccapo.
Ricordate le mostruose ali da montare e smontare per ogni uscita, con i conseguenti incidenti traumatici per i poveracci del team, sottoposti ogni giorno al duplice titanico supplizio ?
Soprattutto, ricordate la drammatica scuffia degli svedesi che ha portato alla perdita di Simpson?
Ora ci siamo gustati una delle pagine di sport più spettacolari di tutti i tempi, ma che fatica ragazzi...


E la MiniTransat?
Tempo due mesi e assisteremo nel sole dei Caraibi agli arrivi di velisti belli, abbronzati, irsuti come dei guerrieri e con una nuova luce negli occhi, per ciò che di totalizzante hanno fatto e vissuto.
Anche qui però... che fatica ragazzi!

Non è un anno che Andrea Iacopini perdeva l'albero nelle prime miglia della MiniBarcelona e per lui iniziava una difficile corsa ad ostacoli per riportare a casa la barca e ricostruire l'armo.

Federico Cuciuc non so quante volte ha litigato coi timoni, anche durante la vigilia di regate importanti ed è sempre riuscito a partire grazie ad un surplus logistico da levare il sonno a lui ed a noi che lo seguivamo.

Il primo anno di Michele Zambelli è stato disastroso, All'Arci del 2010 ha perso l'albero in Capraia, lo ha rifatto a tempo di record e nel GPI successivo ha rotto un timone dopo 20 miglia, è rientrato ed è ripartito a riparazione avvenuta per correre da solo a cronometro. Che volontà di ferro!

Federico Fornaro, il più decoubertiniano dei partenti col suo Pogo 1, ha ingaggiato epiche sfide coi piloti e la cronica mancanza di budget, ed è stato costretto a ripetere parzialmente la prova di Qualifica, per un cambio di percorso nel primo tentativo.

Anche Davide Lusso ha, come dicono i Francesi, mangiato il suo pane nero, lottando a più riprese coi timoni del suo Zero, nonchè con noie all'albero… e non dimentichiamo la sua Roma Solo, iniziata in testa d'albero per recuperare una drizza mentre gli altri si involavano. Caparbio è ripartito per un'inseguimento coronato da più di un sorpasso. Non da tutti!

L'approccio di Giancarlo Pedote ed Alberto Bona è stato forse più lineare e professionale, ma solo allenarsi per mesi in Atlantico (anni per Giancarlo)costituisce, oltre che un'ottima scelta, una fatica improba.

Pensate che ora che sono a Douarnenez siano tutte rose e fiori?

Vi porto la mia esperienza:
cinque giorni di attesa della partenza del Minifastnet mi hanno reso nervosissimo ed il rinvio di qualche ora per maltempo mi ha portato i nervi a fior di pelle.
Pensate che era una gara in doppio e che correvo da ospite!
Faccio fatica ad immaginare un'attesa di oltre un mese, in quel clima infelice, vedendo sempre le stesse persone sempre negli stessi posti, parlando sempre degli stessi argomenti, per quanto esaltanti possano essere... Veramente... stiamo scivendo di persone e velisti con una capacità di reazione allo stress,una determinazione ed una forza di volontà senza pari.

Forza ,che tra pochi giorni vi porteranno fuori dalla chiuse e tutta la bontà del vostro lavoro di tre anni potrà essere finalmente ricopensata.

(da www.classemini.it di S. Paltrinieri)

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