mercoledì 30 maggio 2012

MINI 650 - Sanremo Mini Solo - Stefano Paltrinieri si racconta


Peccato che non ci fosse un bravo fotografo al mio arrivo sul traguardo di Sanremo. Avrebbe fatto uno scoop, immortalando un Mini 650 rosso e arancio che vinceva... con la randa affastellata alla bell'e meglio sul boma ed il solo genoa a riva! Come era potuto succedere? Facciamo due passi indietro. Per la verità di passi indietro non ne vorrei fare troppi. Le prime 100 miglia di regata sono state un pò anonime. Chiaro che anche con le bavette cangianti che il percorso costiero, tecnico e faticoso, ci ha dispensato a piene mani,non sono mancate le emozioni ai concorrenti. La costa meravigliosa, il serrare delle manovre, il gruppo compatto, la stellata notturna, le brezze di terra profumate di macchia mediterranea... per noi che c'eravamo, sono state emozioni indimenticabili ma dubito che se ne porebbe fare un racconto avvincente.

Partiamo allora dal passaggio-cancello alla boa di Sanremo, che a poco più di metà strada delle 160 miglia del percorso, sanciva l'inizio della parte est della nostra rotta.

L'equilibrio tra i concorrenti faceva si che nel vento da est morente, non più di un paio di miglia separassero il primo dall'ultimo Mini in gara.

Io sono moderatamente soddisfatto della mia prestazione. Il mio Te salt del '95 si è comportato benissimo .Sono io che, grazie a due svarioncelli tattici, navigo "solo" a centro gruppo.

Prima di Antibes ho innestato il pilota in modalità "vento apparente" per una ronfata di "ben" 20 minuti, il vento è girato troppo a sinistra e mi sono ritrovato fuori rotta ed al vento del mio gruppo di riferimento(i primissimi!).

Dopo Antibes non ho resistito alla tentazione di mettere ll frullone, poggiando un pò fuori rotta, riavvicinandomi alla testa ma perdendo così l'appuntamento con la brezza di terra, vigorosa un miglio più a nord di me. Danni non irreparabili comunque...

Doppiata la boa il colpo di genio: mentre i primi cinque si scannano a terra, verso Aregai, io prolungo il bordo al largo e non perdo l'appuntamento con una bella rotazione a sud della brezzolina evanescente.

Sfodero la mia arma assoluta, un frullo leggerissimo, e piombo come un falco in zona podio, accostando il plurivincitore tra i Proto nel 2012, Zambelli, e metendo nel mirino il "Reyno de Navarra" nient'altro che il mitico Speedy Bonsay. Sempre nei paraggi noto il cannibale del GPI, il D1 Jehol ed il P2 di Bona che sta caricando la mitraglia più al largo. Davvero una bella compagnia!

Il pomeriggio ci coglie a Capo Mele nella piatta più assoluta.

Non è un momento facile. Dopo più di 24 ore di sarabanda cominciamo ad essere stanchini, non si sa quando finirà, i piloti non tengono la rotta a queste velocità inferiori allo 0,0... e non si sa quando riposare.

Mi butto giù caricando la sveglia per non più di 7-8 minuti, che alle volte vanno interrotti in anticipo, dato che la mia sensibilità mi avverte che è entrata qualche bava a 0.0… e che la barca richiede le mie cure. Sono le ore in cui qualcuno ha gettato la spugna mentre ci stanchiamo di ammirare la bellissima costa sempre dalla stessa angolazione.

Al tramonto si riparte.

La brezza profumata rientra e possiamo finalmente puntare a 5-6 nodi verso il profilo inconfondibile di capo Noli, con la Gallinara che rifulge sulla sinistra.

La notte fa assumere alla regata i consueti contorni magici ed indefiniti.

Luci di via che eri ben sicuro di chi fossero un'attimo prima, scompaiono per miracolo e ne compaiono altre dove non ci sarebbe dovuto essere nessuno. Guardi la costa e sei sicuro di distinguere il profilo di uno sloop contro le luci dei paesini... navighi nell'indeterminatezza più assoluta... che bella la vela!

L'avvicinamento alla boa di Bergeggi mi ricorda tremendamente il finale della Centomiglia del Garda, dove il San Carlino di terra ed il Peler nascente si scontrano e ti infliggono estenuanti bordi piatti. Gioco in casa e modulo nei 5-6 nodi di brezza bordi serrati, più ventosi verso est, tra i fantasmi evanescenti di non so quanti Mini 650 alle mia calcagna.

Alle 4 doppio il repere luminoso. Di sicuro Bona gira pochi secondi dopo di me, ed è già una bella consolazione, ma gli altri? Boh… io di più non potevo fare!

Sale lo spi grande (anche se il mio non è grandissimo e sarà la mia fortuna)

Coerentemente sto più ad est mura a sinistra.

Torna la luce e noto con piacere che sto mangiando metro su metro con facilità ad uno spi bianco alla mia sinistra. Sciabola veloce di binocolo e... però!… é Jehol.

Allora non ce ne saranno tanti davanti... Caspita come fila quel TipTop con lo spi rosso alla sinistra. E' sicuramente il belga De Meysel, uno tosto.

Ma... quello ha la barca tutta bianca mente il mio compagno di rotta a prua pare grigio. Altra binocolata e...

Tanti anni di vela e sport che sono valsi la pena di affrontare solo per vivere questo momento: sono ingaggiato con Speedy Bonsay (al diavolo Reyna vattelapesca!).

Ricordo le Minimax dal 2005 al 2007, quando guardavo Caracci, magari con Sam, che lo metteva a punto e mi pareva un marziano e soprattutto quella del 2006, quando Andrea si fece scudo del mio Naus alla partenza, per sfuggire alla copertura degli avversari, e schizzò via come volle al colpo di cannone... ed ora navigavo veloce quanto lui in fil di ruota!

Si balla! La prima reazione è quella di accontentarmi del già fantastico secondo posto ma poi mi chiedo: perchè mai?

30 miglia all'arrivo. Carlos stramba nei 15 nodi di est e punta verso terra. Io lo copio e ragiono: Caracci mi diceva che il punto debole di 431 è la poppa piena, andatura in cui invece Adrenalina nelle mie mani rifulge. Perchè giocare al suo gioco?

Ammaino il genoa, braccio a tavola il balestrone, lasco la cattedrale di randa che mi ritrovo e giù a scendere ad ogni raffica.

Monta a 20 nodi. Andrea mi diceva che oltre i 18 di reale preferiva strambare ammainando lo spi.

Carlos, pressato per la vittoria assoluta, non se la sente di fare così ...ed inizia il suo calvario.

Ad ogni stramba, e ne deve fare… finito a costa com'è, infila una o due straorze... ed io quatto quatto in rotta, mura a destra.

22 nodi. meno male che ho fatto matossage quando era ancora sui 15. 156 fila che è uno sparo mentre per Carlos il calvario si accentua.

25 nodi... ufff... non sono condizioni a cui sono abituato. Dovrei metere il piccolo, dare una mano, ma il Te Salt è largo 2,70... chi si fida del pilota?



Carlos in Vrac definitivo. Sta giù, sta giù e solo un'ammainata in catastrofe lo fa ripartire.

Dai Stefano: se lo tieni ancora 5 minuti è fatta!

L'abero scricchiola in modo tale che non ho mai sentito, la timoneria anche e monta ancora in prossimità dei capi... basta! è ora di ammainare!

Una mano al timone, con l'altra lasco il balestrone al centro, isso il fiocco, cazzo con la manovella la scotta dello spi per depotenziarlo. Dai pilota...mi basta mezzo minuto!

Tutto fila bene e lo spi è parte in cabina e parte in acqua, ma senza danni, prima che l'orzata di 156 diventi una starorza.Uff...

Alle mie spalle anche Jehol e Bona hanno ammainato, saprò solo in banchina con quali sforzi.

Finita?... Mmmhhh...

Sono ormai 30 nodi ed io devo strambare per evitare la costa. Avevo sperimentato sul Garda che il mio randone impedisce la stramba, o per lo meno la rende lunga e pericolosa con 22 nodi di reale e qui ce ne sono ben di più.

Dai Ste che qui ti ritrovi sul bagnasciuga.

Timone tra le ginocchia, cazzo quanto posso verso il centro, recupero la volante sottovento, la appoggio al boma più che posso e tolgo la scotta randa dal mordiscotte, per farla filare libera a cambio di mura avventuto. Dai passa, passa!... e lei passa violentissima.

Trovo il tempo di lascare la volante sottovento ma quanto a cazzare velocemente quella sopravvento... per fortuna la straorza brutale seguente fa lavorare il sartiame lungo un angolo corretto e l'albero rimane su. A fatica poggio e rimetto in rotta ma... sono fradicio di sudore.

Filo, filo... non voglio pensarci ma so che devo farne un'altra per tornare verso terra ed un'altra dovrò subirne perchè quella di prima era stata troppo precoce... se non fossi primo col cavolo che tirerei così!

5 all'arrivo… un nulla a quelle velocità. Sono mura a sinistra e punto sul porto di Sanremo.

Miseria: lo vedo un pochino troppo sulla destra. Pelo capo dell'Arma per avvicinarmi più che posso alla linea e sperando in un suo qualche ridosso.

Nisba! Mi pare anzi che rinforzi... La scogliera si ingrandisce a vista d'occhio e... c..zo!

Ecco la boa di arrivo SOTTOVENTO a me!

Dovrei fare due strambe per entrare. E chi se la sente!

Provo a poggiare alla disperata. Il Te Salt si tira addosso sopravvento la randa piena come un grottesco Finn. Sono sul filo di una abbattuta che non potrebbe che essere selvaggia.

E decido: orza a tavola, lasco drizza randa e, pregando che scenda tutta in fretta, tanta e sbatacchiata com'è,mi tuffo a piede d'albero.

I primi diecimetri sono da incubo: non ne vuole sapere. Poi,piano piano e sempre più in fretta si arrende alle mie strattonate rinvigorite da mesi di trazioni e Cross Fit.

La zerlo con gioia selvaggia e poggio col genoa… Che pace!

Le vele degli inseguitori si avvicinano veloci ma ormai non lo saranno mai abbastanza, l'albero è salvo, la linea di arrivo bene in vista a poche centinaia di metri e lo Zodiac dell'Organizzazione è già li che mi aspetta.

Che momenti... bravo Stefano e fantastico il TèSaltino .

Non ho mai fatto le regate in Mini 650 per vincere ma solo per divertirmi, soprattutto da quando ho rinunciato a progettare Transat, guadagandone infinitamente in serenità.

Sono comunque riuscito a vincere una Classica del Circuito ed incasello questa perla insieme all'Ironman ed alla Marcialonga del 149 esimo posto, come i tre diamanti di una carriera sportiva pluridecennale.

Morale della favola: in Med anche una barca non recentissima portata da uno skipper "over" che si allena (bene ) sul lago, può staccare un buon risultato.

Che sia uno spunto di riflessione per qualcuno o… spero, molti.
(da www.classemini.it di S. Paltrinieri)

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