mercoledì 23 novembre 2011

Yacht Club Italiano - Primo centro di allenamento italiano alla vela oceanica


Genova, 22 novembre 2011 - Dopo il successo riscosso lo scorso anno, ricominciano presso la Scuola di Mare Beppe Croce dello Yacht Club Italiano i corsi organizzati dal primo centro italiano di allenamento alla vela oceanica in equipaggio ridotto. Questo polo, nato dalla partnership fra la Classe Mini 650 italiana e la Scuola di Mare “Beppe Croce” dello Yacht Club Italiano, punta a diventare il riferimento italiano degli atleti della “course au large”. Finita da pochi giorni la Transat 650, regata in solitario di 4300 miglia, da La Rochelle al Brasile, i dodici velisti (quasi il doppio di quelli dell’anno scorso) che partecipano agli allenamenti a Genova si preparano non solo alle regate della prossima stagione, ma anche a delineare il proprio progetto personale in vista della Transat 2013.

Ben nota per la sua durezza, questa regata necessita di una preparazione fisica, tecnica e psicologica minuziosa. La Mini Transat è una delle poche regate internazionali che ancora conservano intatto il gusto del misurarsi con se stessi con poca tecnologia e tanto impegno, concentrazione, preparazione. Centrale il rapporto con la propria barca, che diventa il vero equipaggio di un “minista”, che con lei, prima della Grande Partenza, ha già dovuto solcare centinaia di miglia per qualificarsi.

A indirizzare, consigliare e allenare i dodici atleti ci saranno quest’anno due ingegneri e ministi italiani fra i più sperimentati: Andrea Caracci e Riccardo Apolloni. Andrea Caracci che con i suoi risultati, prima di tutto in 470, poi in Mini (ha all’attivo 4 MiniTransat ed è campione italiano della categoria proto) rappresenta con successo l’Italia della vela nei circuiti internazionali. Riccardo Apolloni è il solo minista Italiano ad aver detenuto la prima posizione nella ranking list mondiale (2008) e ad aver vinto regate come la Mini Max e la Mini Port Medoc.

I corsi di quest’anno sono dedicati a quattro punti fondamentali:
· lo sviluppo delle polari di velocità della barca
· la strategia di regata,
· la messa a punto dei piloti
· la sicurezza e il meteo

Quando si è da soli in mezzo all’oceano il detto “una mano per te, una per la barca” diventa sacro: conoscere la propria barca e sapersi muovere in sicurezza dev’essere la base per tutti i marinai, ma per un solitario è legge.

La gestione del sonno e della fatica diventa un corollario della voce sicurezza: passare ore alla barra, magari con brutto tempo, è un esercizio fisico e mentale difficile, che non si può improvvisare.

Strategia e meteo sono i miglior alleati per la vittoria: non basta infatti sapere cosa sia una depressione o un anticiclone, ma è necessario saper decidere la rotta vincente senza supporti cartografici nè PC d’ultima generazione.

La regola E 16 della Guida Mini, infatti, proibisce l’utilizzo di telefoni cellulari, telefoni satellitari o computer a bordo e permette solo posizionatori non cartografici.

Il centro italiano di allenamento alla vela oceanica beneficia dell’importante supporto logistico dello Yacht Club Italiano e della sua Scuola di Mare “Beppe Croce”, che ne hanno da subito abbracciato lo spirito, il desiderio di creare un polo in cui l’esperienza di chi ha già vissuto l’avventura della Mini Transat possa essere d’aiuto per altri armatori, un modo affinché la cultura marinara non resti a beneficio del singolo, ma che, come ogni cultura, si diffonda e diventi patrimonio comune.

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